Oggi pomeriggio dalle 17.30, in Piazza Brà, per celebrare il Festival del Centenario verranno esposte due vetture della leggendaria casa automobilistica Rolls Royce, una costruita nel 1913 (l’anno in cui è nato il Festival areniano) e una moderna che ne rappresenta l’evoluzione dopo un secolo esatto.
Joji Hirota con The Taiko Drummers e gli italiani KyoShinDo hanno inaugurato ieri sera l’edizione 2013 della rassegna Voci e luci in Lessinia all’ex Cementificio di Tregnago
[learn_more caption=”KyoShinDo”]
KyoShinDo
Via dell’Eco del Cuore
KyoShinDo è il nome del gruppo italiano di Taiko che interpreta con passione, gioia ed energia la tradizione dei tamburi giapponesi.
KyoShinDo significa Via dell’Eco del Cuore. Questo nome è stato scelto dal Maestro Kurumaya Masaaki, per sottolineare l’energia creativa che può scaturire dal cuore di ciascuno.
Ogni membro del KyoShinDo ricerca una peculiarità espressiva accrescendo la qualità esecutiva del gruppo.
Il KyoShinDo segue lo stile Mitsuuchi, tipico della regione Hokuriku, proposto dal Maestro Kurumaya. Questo stile permette di creare brani dove esiste lo spazio per l’improvvisazione individuale e dove anche il silenzio, scandito da un movimento del corpo, crea bellezza ed equilibrio all’interno della parte ritmica.
Così, cavalcando l’onda del ritmo ciascuno esprime potenza e staticità, velocità ed interpretazione personale. Non si tratta più di suonare a tempo, ma di vivere il tempo.
Percorrere la Via del Taiko è cercare il suono come espressione di armonia, di collaborazione, di uso del cuore (Kokoro) e dell’energia (Ki).
Il Taiko come Performing Art
Il Taiko non è solo musica da ascoltare, ma anche da guardare e da vivere: i tamburi vengono suonati con la dinamicità e il rigore tipici delle arti giapponesi e la gestualità è parte integrante dello spettacolo.
Il gesto, il movimento del corpo, crea bellezza ed equilibrio all’interno della parte ritmica ed è una forma di espressione strettamente legata alla tradizioni delle arti giapponesi.
Suonare i tamburi Taiko richiede un’intensa abilità fisica e tecnica e tanto allenamento, coordinazione tra mente e corpo, sincronia ed armonia tra i suonatori.
Chi assiste ad un concerto-spettacolo di Taiko rimane colpito dall’intensità del suono e dall’energia espressa nella performance.
Suonare il Taiko significa esprimere lo spirito della musicalità giapponese e muoversi con precisione e intensità; è far esplodere la propria energia, suonare dipingendo il proprio sogno intimo, impegnando tutta la potenza delle proprie forze e della propria anima.
Il ritmo creato ridesta nel cuore dell’uomo il respiro primitivo della vita.
[learn_more caption=”Taiko Drummers & KhyiShinDo a Tregnago”]«È il miglior inizio possibile per il vostro festival perché il suono dei tamburi taiko purifica e scaccia gli spiriti malvagi.» Il maestro giapponese Joji Hirota ci fa dono di questo suo augurio nel cuore della Valdillasi, verde come non mai dopo la lunga primavera di pioggia. Ci chiediamo come faranno a starci i dodici tamburi “nagado daiko” e “tsukeshime daiko” nel furgone con cui è arrivato insieme con i suoi musicisti giapponesi. In occasione di questo concerto di apertura di Voci e Luci in Lessinia, i Taiko Drummers di Joji Hirota si sono uniti con i KhyoShinDo che significa “Via dell’Eco del Cuore. Avvolto nel velluto, doga dopo doga, corda dopo corda, sotto i nostri occhi viene montato l’odaiko, il tamburo grande. «È il più grande che esista fuori del Giappone» ci dice il maestro. «L’ha costruito Luciano Parisi, grande campione di karatè, con i figli Chiara e Stefano e con Mirco Taddei che suonano con noi questa sera. Ne hanno costruito uno anche per me. Lo smonto e lo imbarco in aereo quando parto per le mie tournée.» Suono, energia, ritmo, danza, arte marziale, meditazione, slancio, ipnosi, acrobazia, eleganza, mistero… Il boato di tamburi taiko è tutto questo e inonda la valle, sale fino all’alta Lessinia e scuote le montagne. Joji Hirota intona un canto tradizionale giapponese, la sua voce evoca la magia dell’Oriente. Poi, con il flauto shakuhachi, fa cantare il pubblico di Tregnago un ritornello in giapponese. «La settimana scorsa ero a Londra e nessuno cantava. Qui invece…» Dall’alto dei suoi 58 metri, anche la ciminiera dell’Ex Cementirossi di Tregnago è scossa da un brivido, e gli spiriti malvagi fuggono come fumo dal suo camino. Dal Giappone la musica ci ha abbracciato con un messaggio di amore per la terra e di fratellanza universale. Quale migliore inizio per Voci e luci in Lessinia?[/learn_more]
[learn_more caption=”Tamburi taiko”]
I nostri tamburi
I tamburi Taiko che abbiamo costruito per il nostro studio sono:
NAGADO DAIKO o MIYADAIKO – tamburo a corpo lungo
Il corpo è tradizionalmente composto da un unico tronco di albero, scavato al suo interno, che costituisce la cassa armonica.
Le pelli (bovino) sono tese e poi fissate con bullette (chiodi a testa grossa) al corpo di legno. Il suono è profondo e lungo.
Noi usiamo soprattutto il Nagado Daiko posto con la pelle in posizione orizzontale, secondo lo stile Mitsuuchi di Fukui, ma lo utilizziamo anche suonandolo lateralmente secondo lo stile Miyake, posto su un sostegno apposito.
OKEDO DAIKO – tamburo con corpo a doghe
Il corpo infatti è composto da doghe di legno. La tensione della pelle (bovino o cavallo) è ottenuta da corde che collegano le due facce del tamburo.
Il suono può essere più acuto e meno duraturo di quello del Nagado.
Anche questo tamburo viene suonato con la pelle in posizione orizzontale, ma lo studiamo anche secondo lo stile KATSUGI DAIKO indossandolo a tracolla.
TSUKESHIME DAIKO – tamburo legato
La forma è più piccola rispetto ai tamburi Okedo. Lo caratterizza un suono breve e acuto.
La tensione della pelle è ottenuta da corde o ferri.
Lo si usa per scandire la base nelle canzoni o per giocare con i differenti toni suonandolo insieme agli altri tamburi dai suoni più gravi.
Gli ultimi tre tipi di tamburo che usiamo appartengono alla categoria ODAIKO “grande tamburo”:
HIRADO ŌDAIKO – tamburo a corpo corto
Come il nagado ha la pelle fissata al corpo con dei chiodi, ma il suo corpo è più largo che alto.
Lo usiamo appoggiato su un alto supporto.
UCHIWA ŌDAIKO – tamburo a ventaglio
Strumento formato da una pelle tesa e cucita attorno a un anello metallico.
Non possiede una cassa armonica come gli altri tamburi.
ORITATAMI SHIKI OKEDO ŌDAIKO – grande tamburo smontabile con corpo a doghe
Per facilitarne il trasporto abbiamo inventato il modo di smontare e rimontare facilmente questo grande tamburo.
per le persone disabili e il loro accompagnatore l’ingresso è gratuito. La cassa degli spettacoli apre un’ora prima dell’inizio nel luogo dove si svolge l’evento. Per informazioni contattare il numero 347 7137233
Voci e Luci in Lessinia è realizzato da Comunità Montana della Lessinia e Parco Naturale Regionale della Lessinia con il sostegno dell’Assessorato all’Identità Veneta e Manifestazioni della Provincia di Verona, del Comune di Ala e della Cassa Rurale Bassa Vallagarina. La rassegna rientra in “Provincia in Festival 2013”, il progetto culturale di rete promosso dall’assessorato alla Cultura e Identità Veneta della Provincia di Verona nell’ambito di “RetEventi Cultura Veneto” il network tra istituzioni locali e operatori dello spettacolo della Regione del Veneto, nella provincia scaligera realizzato con la direzione artistica di Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona e il supporto organizzativo e promozionale della società Provincia di Verona Turismo.
Info: www.vocieluciinlessinia.it
In caso di maltempo il concerto si terrà
alle ore 21.15 nell’Auditorium dell’Ex Cementificio di Tregnago
Ingresso € 10 – Gratuito per disabile+accompagnatore
Nato a Hokkaido, la più settentrionale delle quattro maggiori isole dell’arcipelago giapponese, Joji Hirota è un compositore e multistrumentista conosciuto in tutto il mondo come virtuoso di flauto shakuhachi e come maestro di taiko, il tipico tamburo giapponese usato nella musica popolare e religiosa. Come direttore musicale della prestigiosa Lindsay Kemp Dance Company ha composto ed eseguito le musiche del pluripremiato spettacolo Onnagata. Il suo gruppo, Joji Hirota & The Taiko Drummers, è considerato una delle migliori formazioni nipponiche di musica tradizionale e contemporanea, con tournée in tutti i continenti. Ai suoi Taiko Drummers si uniranno per Voci e Luci in Lessinia i tamburi del KyoShinDo, il più importante gruppo italiano di taiko.
Un progetto di recupero archeologico industriale sta reinventando l’area dell’Ex Cementificio di Tregnago, in Valdillasi, trasformandola in un luogo che può accogliere proposte culturali e di spettacolo. Voci e Luci in Lessinia si apre nella piazza adiacente agli affascinanti ruderi sui quali svetta l’inconfondibile ciminiera. L’area, raggiungibile dalla circonvallazione di Tregnago, è munita di ampio parcheggio, di servizi igienici e priva di barriere architettoniche.
Debutto roboante per Voci e luci in Lessinia. Negli spazi di archeologia industriale dell’ex Cementificio di Tregnago, domenica 30 giugno (alle 21.15), l’Oriente incontra l’Occidente al ritmo dei tamburi giapponesi di Joji Hirota e del suo gruppo TheTaiko Drummers.
Il festival musicale organizzato dall’agenzia di spettacolo Aìssa Maìssa e dall’associazione Film Festival della Lessinia, con la direzione artistica di Alessandro Anderloni, inizia il suo itinerario a tappe nei luoghi più suggestivi della montagna veronese, trentina e da quest’anno vicentina. A partire dalle atmosfere del Giappone in un concerto nel quale s’intrecciano musica, danza e ritualità per un cerimoniale dall’alta intensità emotiva. Sul palcoscenico, ai Taiko Drummers si uniscono i tamburi del KyoShinDo, il più importante gruppo italiano di “taiko”. Alle percussioni si aggiungono performance di flauto “shakuhachi” e canzoni tradizionali giapponesi arrangiate e cantate dallo stesso Hirota.
Nato a Hokkaido, nella più settentrionale delle quattro maggiori isole dell’arcipelago giapponese, Hirota è artista eclettico: vocalista, compositore di creazioni musicali per teatro e televisione, multi-strumentista noto in tutto il mondo come virtuoso del flauto “shakuhachi” e da quarant’anni maestro di “taiko”, il tamburo dalla storia millenaria utilizzato nella musica popolare e religiosa. Si avvicina giovanissimo alle percussioni e ne approfondisce lo studio alla Kyoto Arts University. Diventa direttore musicale del gruppo Stomu Yamash’ta al Red Budda Theatre e nel 1977 della Lindsay Kemp Dance Company, per la quale compone ed esegue le musiche dello spettacolo “Onnagata”, vincitore di numerosi riconoscimenti. Il primo album di Joji Hirota, “Sahasurara”, esce in Giappone nel 1976 per la Kings Records; incide il secondo album, “The wheel of fortune”, nel 1981. Nei primi anni Ottanta fonda il gruppo Joji Hirota & The Taiko Drummers: composto attualmente dieci musicisti, è considerato una delle migliori formazioni nipponiche di musica tradizionale e contemporanea. Con loro si è esibito in prestigiosi festival in tutta Europa oltre che in America, Australia, Nuova Zelenda, Korea, Sri Lanka. Nel 2007 hanno aperto il Live Earth al Wembley Stadium di Londra.
In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 21.00 nel Teatro Valpantena di Grezzana
Ingresso € 10 Gratuito per disabile+accompagnatore
Ai piedi del dolce declivio del versante occidentale della Valpantena, la seicentesca Villa Arvedi è coronata da vigneti, da olivi e da un folto bosco di roveri e carpini.Si trova poco a sud del paese di Grezzana. Il concerto si terrà nel cortile dietro la villa, sotto la chiesetta barocca dedicata a San Carlo Borromeo, accessibile anche alle persone con ridotta mobilità. La villa è dotata di un ampio parcheggio per gli spettatori.
Un Tenco come non l’avete mai sentito: ironico, socialmente impegnato, intimista. Un cantautore dalle tinte forti, assai lontano dall’immagine in bianco e nero impressagli dopo la sua tragica morte. Il Tenco rock, co-autore del celebre Ciao ti dirò. Il Tenco romantico del successo internazionale Ho capito che ti amo. Il Tenco malinconico di Ciao amore ciao, l’ultimo brano, legato alla sua misteriosa morte al Festival di Sanremo del 1967. «Vi porto nel mondo sconosciuto di Luigi» scrive Francesco Baccini, autore del recital Baccini canta Tenco insieme con Marzio Angiolani e accompagnato dagli arrangiamenti e dalla “chitarra che sorride” di Armando Corsi, insieme con Luca Falomi (chitarre), Filippo Pedol (contrabbasso) e Federico Lagomarsino (percussioni). «Tenco non ha mai fatto una tournée», scrive ancora Baccini. «Negli anni Sessanta non si usava e lui dopo non ne ha avuto il tempo. Mi è sempre sembrata un’ingiustizia. Anche per questo ho deciso di cantarlo.»
In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 16.00 nel Teatro Sartori di Ala
Ingresso libero
Il Mediterraneo può separare o unire. Per il cantante palestinese Nabil Salameh e il chitarrista pugliese Michele Lobaccaro questo mare è stato il luogo di incontro e l’inizio di un sodalizio musicale che ha oltrepassato frontiere, lingue e culture. Le loro storie musicali hanno versi in arabo, inglese, italiano, spagnolo e francese e si ispirano ai testi persiani del XII secolo, come ai versi del Cantico dei Cantici, alle storie arabe e alle sonorità tradizionali pugliesi. Insieme con il pianista Alessandro Pipino, i Radiodervish propongono nell’auditorium di faggi de La Regina i nuovi brani del loro ultimo disco, Human. A rispecchiare i cambiamenti delle nostre vite, lo stile da intimo e caldo esplode in improvvise cavalcate ritmiche. L’universo sonoro delle chitarre e degli strumenti etnici mediterranei dialoga con gli inserti meditativi dell’elettronica. Una pluralità di suoni, di lingue, di luoghi, di etnie, di culture. Una Babilonia dell’anima.
La Regina troneggia tra i faggi secolari del piccolo bosco sui pascoli di Sega di Ala. Il luogo del concerto è raggiungibile solo a piedi da Passo Fittanze, scendendo la così detta Strada dei Ladri, o da Sega di Ala, percorrendo la carrareccia che sale verso Malga Maia. La strada sarà interdetta ai mezzi a motore fin dal mattino. Alle persone con ridotta mobilità sarà consentito salire in automobile fino ai margini del bosco.
In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 21.00 nel Centro Appassimento Terre di Fumane (Via Vajo – Fumane)
Ingresso € 10 Gratuito per disabile+accompagnatore
L’atmosfera urbana di Tangeri ha ispirato l’orchestra che il violinista Jamal Ouassini ha fondato nel 2005, dandole il nome del locale che fu mitico luogo ritrovo di musicisti negli anni Settanta. È nella città marocchina di case bianche, crocevia tra Africa ed Europa, tra Oceano e Mediterraneo, che Jamal Ouassini ha compiuto i suoi primi studi di musica arabo-andalusa e che anni dopo è tornato per riunire musicisti marocchini, spagnoli e italiani e percorrere con loro un viaggio che guarda al di là dei mari. Nel suggestivo parco di Villa della Torre, alla Tangeri Cafè Orchestra si accompagna il “flamenco arabo” di Gaia Scuderi. La fusione della danza araba con il flamenco diventa, nel personalissimo stile di questa artista, fusione di mondi e di culture. Musica e danza abbattono i confini e le frontiere, così si può ballare e cantare su un tappeto di mille suoni e di mille lingue nel segno dell’incontro tra l’Africa e l’Europa.
Gioiello del Cinquecento Italiano, Villa della Torre, con l’elegante Peristilio, gli impressionanti Mascheroni, il raffinato Bucintoro, vede tra i nomi che ne definirono il progetto Giulio Romano e Michele Sanmicheli. È oggi proprietà dell’azienda agricola Allegrini, cantina tra i leader mondiali dell’Amarone. La Villa si raggiunge dal centro di Fumane, è dotata di parcheggio e accessibile anche alle persone con ridotta mobilità.
In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 18.00 nella Sala dei Centomila di Velo Veronese
Ingresso € 10 Gratuito per disabile+accompagnatore
Tra(d)icional ovvero traición a la tradición, tradimento della tradizione. Così hanno intitolato il loro ultimo album gli argentini Juanjo Mosalini (bandoneon) e Carlos Adriàn Fioramonti (chitarra). Il loro tango attinge dalla tradizione ma non fa orecchie da mercante alla modernità, senza timore di confrontarsi con elementi jazz e rock. Nato e cresciuto musicalmente a Buenos Aires, Juanjo Mosalini, figlio del leggendario bandoneoista Juan José Mosalini, è figura prominente delle avanguardie musicali argentine in Europa. Carlos Adriàn Fioramonti è tra i compositori che più hanno sperimentato la contaminazione della musica argentina, senza tradire la tradizione tangueradella sua Santa Fe da dove arriva anche il cantante Rubén Peloni, ospite speciale del concerto. Voce, chitarra e bandoneon ci portano ai tanghi tradizionali ballati nei vicoli di Buenos Aires, alle travolgenti milonghe, al tango nuevo di Astor Piazzolla fino alle nuove composizioni.
Con un progetto di recupero firmato da Paolo Portoghesi, la Comunità Montana della Lessinia ha reinventato la Contrada Valle di Velo Veronese, destinata a diventare un centro studi e un nuovo spazio per la cultura. La si raggiunge solo a piedi in dieci minuti, lasciando l’automobile a Camposilvano, salendo verso Conca dei Pàrpari e imboccando poi la ripida stradina tra i faggi. Alle persone con ridotta mobilità sarà consentito arrivare in automobile fino alla contrada.
Capsula del Tempo: è uno strumento che combina mirabilmente aspetti virtuali e aspetti reali. Il concetto è molto semplice: riunire in un unico spazio gli oggetti e le idee che le persone ritengono importanti nella propria percezione del futuro. La combinazione tra realtà e virtualità sta nel fatto che gli oggetti o gli scritti saranno inseriti concretamente e realmente nella Capsula del Tempo che verrà aperta nel 2113, ma grazie alla tecnologia e alla virtualità ciascuno potrà vedere da subito il contenuto della Capsula utilizzando il monitor touch posizionato al di fuori della Capsula stessa.
Giovedì, a partire dalle 18, si terrà la seconda edizione estiva dell’iniziativa «Via Marconi in festa», promossa dall’associazione «Uniti per via Marconi» in collaborazione con l’assessorato alle Attività economiche del Comune.
Dalle 18 fino alle mezzanotte i negozi di via Marconi resteranno aperti, con aperitivi e degustazioni gratuiti, musica dal vivo e animazione per famiglie e bambini. Per l’occasione, dalle 20 alle 22, il nuovo Teatro Ristori sarà aperto e visitabile al pubblico. Inoltre, lungo la via saranno allestiti schermi all’aperto dove sarà possibile seguire la partita dell’Italia. Continue Reading →
Nel cuore medievale di Verona un tripudio di profumi e sapori accoglierà quanti vorranno scoprire e conoscere le eccellenze dell’agro alimentare veronese. E’ Verona Gustosa, un nuovo appuntamento cittadino che abbinerà il vino Bardolino ai gusti e ai sapori veronesi avvicinando il grande pubblico all’enogastronomia di qualità. Continue Reading →
Il concerto del Teatro degli orrori (Pierpaolo Capovilla, Gionata Mirai, Francesco -Franz- Valente, Tommaso Mantelli, e Nicola Manzan) ieri sera, nella prima serata di Rumors Festivalal Teatro Romano di Verona.
IL TEATRO DEGLI ORRORI, si riuniscono inizialmente in una sconquassata sala prove in Via dell’ Elettricità, a Marghera, dove erano di casa gli One Dimensional Man. Era l’Aprile del 2005. Pierpaolo Capovilla, Gionata Mirai, e Francesco -Franz- Valente, dopo un breve periodo di prove nella formazione a “trio”, con Pierpaolo al basso e voce, Gionata alla chitarra, e Francesco alla batteria, decidono di chiedere a Giulio Ragno Favero, già chitarrista e produttore artistico di One Dimensional Man, di entrare a far parte del gruppo in qualità di bassista.
Nel 2007, esce il loro primo album, Dell’ Impero delle Tenebre, per La Tempesta Dischi. È l’ inizio di una lunga avventura. Il successo di critica è immediato ed unanime. Forte è la sorpresa per l’ uso della lingua italiana nelle canzoni del disco. È banale, ma pochi si aspettavano un cambio di rotta tale nelle produzioni di Pierpaolo, che con One Dimensional Man aveva sempre cantato in inglese.Nel 2008 Il Teatro degli Orrori realizzano uno “split” in vinile (corredato dal suo equivalente in CD) con i romani ZU, contenente le canzoni Fallo! e Nostalgia. Il disco viene realizzato in sole 666 copie numerate per La Tempesta Dischi.
Il Teatro degli Orrori si impegna in un tour massacrante di un centinaio di date, prima di rinchiudersi nuovamente in sala prove, questa volta dalle parti di Padova, dove c’è lo studio di Giulio, il Blocco A, per elaborare le nuove canzoni che faranno parte del secondo LP, A Sangue Freddo, che verrà dato alle stampe sempre per La Tempesta Dischi, nel 2009.
Il successo dell’album questa volta non riguarda unicamente la critica, nuovamente entusiasta di musiche e contenuti narrativi, ma investe anche il pubblico. Giovani e meno giovani, si accorgono dell’esistenza di qualcosa di nuovo e dirompente nel rock italiano, e premiano gli sforzi della band riempiendo le sale di tutta l’Italia. È la consacrazione de Il Teatro degli Orrori nel concerto dei grandi gruppi italiani.
Sempre nel 2009, esce Raro EP, sei brani in download gratuito per i tipi di XL, il mensile di musica e cultura de La Repubblica. È la registrazione di un concerto elettro-acustico tenutosi all’ Auditorium di Sant’ Umiltà di Faenza in chiusura del Meeting delle Etichette Indipendenti, e contenente anche due brani già editi in versione alternativa (Direzioni Diverse e Compagna Teresa). In Il Paese È Reale, progetto compilazione degli Afterhours in occasione della loro apparizione a San Remo, Il Teatro degli Orrori pubblica Refusenik, canzone dedicata ai militari israeliani che si rifiutano di combattere nei territori occupati della Palestina.
Dopo una dozzina di show del tour di A Sangue Freddo, Giulio Ragno Favero, per motivi personalissimi, lascia il gruppo. Viene sostituito da due nuovi membri: Tommaso Mantelli, proveniente da Captain Mantell, al basso, e Nicola Manzan, deus ex machina di Bologna Violenta, alla chitarra, tastiere e violino.
La tournée, da questo momento in poi, “impazzisce”. Il contributo performativo e scenico di Tommy e Nicola è sostanziale, l’ attorialità di Pierpaolo si fa più incisiva, e spesso i locali dove il gruppo suona si riempiono a tal punto da non aver spazio per tutti. Si fanno date doppie nei club meno capienti.
È un periodo emozionante nella storia della band. Successo di pubblico, apprezzamenti unanimi, concerti devastanti nel più pieno stile rock ‘à la Jesus Lizard’.
Il riavvicinamento di Giulio -con il quale Pierpaolo ha stretto da tempo un vero sodalizio artistico- alle sorti de Il Teatro degli Orrori, e l’esclusione di Tommy e Nicola, provocano pungenti e spesso malevole polemiche nel web, naturale luogo di discussione di amanti e detrattori di una delle avventure rock più avvincenti degli ultimi anni. Per un breve periodo, persino Franz sembra andarsene, ma invece è sempre lui che al Traffic Festival di Torino, l’ 8 Luglio 2011, in una Piazza San Carlo gremita all’inverosimile, siede sicuro ed esperto dietro la batteria.
Nel frattempo, Giulio e Pierpaolo riuniscono, anche se solo per un breve periodo, il loro combo di sempre, ONE DIMENSIONAL MAN, con l’apporto del nuovo e talentuoso batterista napoletano Luca Bottigliero, proveniente dai Mesmerico. Esce A Better Man, quinto lavoro del trio, preceduto e succeduto da due tour che riscontrano un discreto successo di pubblico e critica. Gionata scrive, registra e performa dal vivo il suo primo album solista, Allusioni, entrambi per la ormai fidatissima La Tempesta Dischi (alla festa dell’etichetta, tenutasi il 3 Dicembre nei locali del Rivolta, forse il più grande centro sociale italiano, Gionata Mirai sbalordisce un pubblico gremito ed entusiasta, con una suite per sola chitarra acustica che rimarrà in mente a lungo).
Pierpaolo alla voce narrante, Giulio alle tastiere, campionamenti e chitarra elettrica, Richard Tiso (storico collaboratore de Il Teatro degli Orrori) al contrabbasso, e Kole Laca, dei Two Pigeons, al pianoforte, danno vita al progetto ERESIA, reading in due atti del poeta e drammaturgo russo Vladimir Majakovskij, che viene recitato in teatri, piccoli club, e centri sociali. Lo spettacolo viene registrato in occasione del M.E.I. di Faenza del 2010, e pubblicato in DVD per Auditorium Edizioni.
Con il rientro di Giulio, Il Teatro degli Orrori si reca a Lari, magnifico borgo medievale nelle colline pisane -è un luogo incantevole, così adatto ad astrarsi dal caos metropolitano, ed abitato da una comunità coesa ed accogliente- a registrare Il Mondo Nuovo, terza fatica full-lenght.
Nel S.A.M Recording Studio di Mirco Mencacci, Giulio, Gionata, e Franz iniziano le riprese delle sedici tracce del nuovo disco, tutte già sostanzialmente ideate da Giulio, ma che vengono implementate collettivamente ed insostituibilmente dal trio, con il successivo contributo di numerosi artisti, fra i quali anche Michele Salvemini, alias Caparezza (l’elenco completo è nella nota di presentazione dell’ album).
Pierpaolo si chiude in casa a Venezia, dove risiede, scrive i testi in un paio di mesi, e raggiunge la band in registrazione. I mixaggi avvengono subito dopo, sempre al S.A.M.Le parti di batteria vengono successivamente affinate dallo stesso Franz presso La Sauna Studio di Andrea Cajelli, in provincia di Varese, studio in cui verrà anche effettuata la post-produzione finale, ad eccezione di un brano, Nicolaj, mixato alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani, a Milano.
Il mastering finale viene affidato a Matt Colton, nell’ Air Studio di Londra, il 7 e 8 Dicembre.
Preceduto dalla ristampa in vinile di Dell’Impero delle Tenebre (La Tempesta Dischi / Tannen Records), in uscita il 24 Dicembre 2011, Il Mondo Nuovo verrà pubblicato il 31 Gennaio 2012 da La Tempesta Dischi, distribuzione Universal. La versione in vinile sarà contemporaneamente pubblicata da La Tempesta Dischi / Tannen Records, con distribuzione Venus.
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Tornano le serate estive in compagnia di “Unifestival 2013. Infinitamente Cinema”, il tradizionale appuntamento che l’Università di Verona dedica agli studenti, alla comunità accademica e alla cittadinanza per augurare buone vacanze.
La rassegna cinematografica, in programma dal 24 al 28 giugno alle 21.30 di ogni sera, nell’accogliente cornice del giardino del Polo Zanotto, quest’anno è dedicata all’ “Attrazione” tema centrale dell’edizione 2013 del Festival di scienze e arti “Infinitamente”. La rassegna ad ingresso libero, accessibile a chi si sposta in carrozzina, ha una particolare attenzione per il genere fantascientifico e si contraddistingue per la proposta particolarmente accurata ed elegante: i film sono proiettati in pellicola con la presenza del proiezionista e vengono preceduti da una presentazione affidata a docenti e critici: Giancarlo Beltrame, Alberto Scandola, Alessandro Tedeschi Turco.
In programma lunedì 24 “The Host” di Andrew Niccol, martedì 25 “Nella casa” di Francois Ozon. La rassegna prosegue mercoledì 26 con la proiezione di “Cosmopolis” di David Cronenerg e il 27 con il film “The Words” di Brian Klugman per chiudersi venerdì 28 con la proiezione di “Treno di Notte per Lisbona” del regista Bile August.
[learn_more caption=”Tutti i film in programma”]
lunedì 24 giugno
The Host
Un film di Andrew Niccol. Con Saoirse Ronan, Emily Browning, Jake Abel e William Hurt. Titolo originale: The Host. Durata 125 min. USA 2013.
Introduce: Giancarlo Beltrame
Il film è basato sul romanzo di Stephenie Meyer “L’ospite”, edito da Rizzoli (collana 24/7) nel 2008.
Il nostro pianeta è stato invaso da una razza aliena di Anime che hanno preso definitivamente possesso dei corpi dei terrestri. Il mondo è diventato pacifico, pulito, sono scomparse le malattie e i crimini, ma anche la quasi totalità degli esseri umani. I sopravvissuti vivono in clandestinità nel deserto. La giovane Melanie sta per raggiungerli, quando viene catturata da una “cercatrice”. Nel suo corpo prende posto un’anima chiamata Wanderer. L’amore di Melanie per il fidanzato Jared e per il fratellino Ian, però, è talmente forte che la sua voce non si lascia mettere a tacere e resiste nella mente di Wanderer, spingendola ad unirsi ai ribelli.
“Questo è un buon film di fantascienza che può vivere tranquillamente di luce propria, facendo anzi impallidire (è il caso di dirlo) la saga con i “parenti vampiri” (l’autrice è la medesima) (…) Un thriller futuribile che mette tensione”. (Maurizio Acerbi, Il Giornale)
martedì 25 giugno
Nella casa
Un film di François Ozon. Con Fabrice Luchini, Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner e Denis Menochet. Titolo originale: Dand la maison. Durata 105 min. Francia 2012.
Introduce: Alberto Scandola
Il film si ispira alla pièce teatrale “Il ragazzo dell’ultimo banco” del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga
Un ragazzo di 16 anni si insinua nella casa di un suo compagno di classe per trovare ispirazione per i suoi componimenti scolastici. Colpito dal talento e dall’indole insolita dello studente, il suo professore di francese ritrova il gusto dell’insegnamento, ma l’intrusione scatenerà una serie di eventi incontrollabili.
“Nella casa è una specie di puzzle sul tema della creazione, vista volta a volta come condivisione, voyeurismo, compensazione, invidia, sogno (e anche qui, chi più ne ha più ne metta) ma è soprattutto una nuova variazione sul tema dell’apparenze e della realtà (…)”. (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)
mercoledì 26 giugno
Cosmopolis
Un film di David Cronenberg. Con Robert Pattinson, Samantha Morton, Jay Baruchel, Paul Giamatti, Kevin Durand e Juliette Binoche. Titolo originale: Cosmopolis. Durata 105 min. Canada, Francia, Italia, Portogallo – 2012.
Introduce: Alberto Scandola
Il film è stato presentato in concorso al 65esimo Festival di Cannes; è basato sul romanzo di Don DeLillo “Cosmopolis”, edito da Einaudi (collana Supercoralli) nel 2003.
Erick Packer è un brillante giovane che controlla gli oscuri meccanismi dell’alta finanza. Tutto è a sua disposizione, a partire da una limousine bianca con tanto di autista e guardia del corpo. È una giornata difficile per Manhattan. C’è il Presidente degli Stati Uniti in visita e la viabilità è stata rivoluzionata. Ma Erick ha un obiettivo preciso: vuole raggiungere il suo parrucchiere di fiducia che sta all’altro capo della città. Per fare ciò è disposto ad affrontare le sommosse contro la situazione economica che stanno mettendo a ferro e fuoco New York. È pronto anche a trovarsi dinanzi colui che, secondo più di un segnale attendibile, vuole ucciderlo.
“Apocalittico e disintegrato. È il mondo d’oggi che sta lasciandosi trasportare verso la distruzione e la morte. Un futuro da incubo che è già cominciato.(…) David Cronenberg in “Cosmopolis” non nasconde affatto la propria convinzione beffardamente “marxista” sul capitalismo, sconvolto dalla sua stessa e mascherata identità che si chiama crisi globale. Muovendo la macchina da presa quasi unicamente dentro una limousine bianca, e possedendo come bussola gli straordinari dialoghi del romanzo di Don De Lillo, scritto quando l’orizzonte non era ancora così plumbeo, Cronenberg riassume nel giovane pescecane di Wall Street, Erick Packer, interpretato da Robert Pattinson, l’insensata religione di una società sbranata dalla finanza e dai suoi riti assurdi e cinici”. (Natalino Bruzzone, Il Secolo XIX)
giovedì 27 giugno
The Words
Un film di Brian Klugman, Lee Sternthal. Con Bradley Cooper, Jeremy Irons, Dennis Quaid, Olivia Wilde e Zoe Saldana. Durata 97 min. USA 2012.
Introduce: Alessandro Tedeschi Turco
Il film è stato presentato (première internazionale) al Sundance Film Festival
Film d’esordio degli sceneggiatori Brian Klugman e Lee Sternthal, è un dramma intrigante intorno al tema della narrazione, una riflessione sull’arte di raccontare storie, o più propriamente sul bisogno di farlo. Al punto di rubare un manoscritto per farsi scorrere tra le dita il piacere delle parole o di ripudiare la propria consorte per averle perdute. Storia dentro un’altra Storia che diventa Storia, The Words è affollato di personaggi col vizio della scrittura: chi lo fa per mestiere, chi ha un romanzo nel cassetto, chi ha perduto il libro della vita insieme alla propria vita. Tutti registrano un’urgenza di comunicare, di esplorare e di esplorarsi, di dare uno sfogo alla tristezza e una forma alla vita, di ritrovare quello che si è sprecato, di scoprire quello che non si è mai avuto. La cornice del film è un reading letterario, letteralmente narrante, dove non è nemmeno sempre chiaro cosa è vero e cosa no, chi è chi, chi ha scritto cosa, chi ha inventato chi.
“Cinque attori si rubano la scena in questo bizzarro film d’autore americano sul furto artistico (…) Attori magnifici. Specialmente un Jeremy Irons barbuto e pungente”. (Francesco Alò, Il Messaggero)
venerdì 28 giugno
Treno di notte per Lisbona
Un film di Bile August. Con Jeremy Irons, Mélanie Laurent, Jack Huston, Martina Gedeck e Tom Courtenay. Durata 111 min. Svizzera, Portogallo, Germania 2013. Titolo originale: Night train to Lisbon.
Introduce: Alessandro Tedeschi Turco
Il film è basato sul romanzo di Pascal Mercier “Treno di notte per Lisbona”, edito da Mondadori nel 2006.
Ogni mattina, il professor Raimund Gregorius si reca nella scuola di Berna dove insegna. Ma una mattina riscrive per sempre il suo percorso: una ragazza disperata è in procinto di buttarsi da un ponte ed è proprio Raimund a fermarla prima che sia troppo tardi. La ragazza scappa, ma lascia dietro di sé un libro e un biglietto ferroviario per Lisbona. Raimund, spinto dal bisogno di cambiamento e da un’improvvisa sete di avventura, sale sul treno e, una volta in Portogallo, si mette sulle tracce dell’autore del libro.
Nordico ramingo e regista in bella calligrafia, Bille August ci conduce in un thriller gestito dal pensieroso Irons che, cambiando di botto la propria vita, indaga su uno scrittore partigiano contro il regime Salazar. Elegante denuncia al tè, con tanti camei d’autore, Rampling e Ganz, ma la migliore è Mèlanie Laurent. (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera)[/learn_more]
Music from the North è il titolo dell’esibizione musicale di 800 ragazzi, di età compresa tra gli 7 e i 20 anni, che suoneranno e canteranno lungo le strade di Verona e in Piazza Bra’ lunedì 24 e mercoledì 26 giugno 2013.