Carnevale in cartapesta, laboratorio da Libre!
Libreria Libre! (accessibile con scivolo esterno)
via Scrimiari 51B, Verona
Sabato 7 febbraio 2015, ore 10.00-12.00
contributo: 5euro
età consigliata: dai 5 ai 99 anni
per info e prenotazioni: libreverona@gmail.com – 0458033983
Come costruire una maschera di cartapesta – con Guerrino Lovato
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.La cartapesta è una tecnica povera di lavoro plastico. Si prepara utilizzando prevalentemente carta e stracci intrisi di un materiale legante, come colla vinilica, colla di farina o altro collante che pero viene utilizzato in modo moderato per motivi tecnici e lavorativi
Per soggetti piccoli, come maschere o simili, è meglio utilizzare della carta assorbente reperibile nei negozi d’arte e nelle cartolerie, imbevuta di colla da parati preparata con acqua. I realizzatori di carri di carnevale, invece, usano la tecnica della carta da calco, che permette realizzazioni di grandi dimensioni. Maestri in questa tecnica sono i carristi dei famosi Carnevale di Foiano, Carnevale di Viareggio, Carnevale di Acireale, Carnevale di Putignano, Carnevale di Sciacca e i cartapestai della Festa dei Gigli di Nola.
La cartapesta, una volta essiccata, diventa molto leggera e viene anche utilizzata per realizzare burattini.
Una delle applicazioni più singolari della cartapesta è stato in occasione del Disastro di Fukushima, a seguito del maremoto del 2011, durante il tentativo di tappare una falla nel reattore n. 2 della centrale nucleare danneggiata di Fukushima in Giappone: i tecnici della Tepco, gestore dell’impianto, hanno versato 8 kg di polimeri, 60 kg di segatura e 3 sacchi di giornali sminuzzati nel pozzo di sfogo collegato all’edificio delle turbine, dopo l’utilizzo inefficace di calcestruzzo, pur di chiudere la crepa di 20 centimetri, limitare la fuoriuscita di radiazioni e il disastro ambientale.
Realizzazione
Le fasi principali per arrivare ad una scultura in cartapesta sono:
Ideazione del soggetto
Bozzetto su carta
Progettazione della struttura portante e degli eventuali meccanismi per il movimento delle parti
Modellazione della scultura originale in creta (se di grandi dimensioni supportata da strutture in legno e/o ferro)
Produzione di una “forma” o “calco” che viene realizzato in gesso, scagliola o alabastrino
Stampaggio della carta nella forma
Essiccazione
Montaggio sulla struttura definitiva
Eventuale impregnazione con sostanze consolidanti
Colorazione
Lucidatura
Cenni storici[modifica | modifica wikitesto]
L’utilizzo della cartapesta a fini artistici è noto in Italia sin dal Cinquecento, dato che già allora si realizzarono statue a carattere sacro a somiglianza di quelle di legno.
Però fu l’Inghilterra il paese dove questo materiale riscosse maggiore successo, a partire dalla seconda metà del Settecento. Infatti, da quel momento, la cartapesta venne impiegata al posto dello stucco nelle decorazioni di soffitti e muri. Intorno al 1760, per i lavori di costruzione e rifinitura della chiesa di West Wycombe vennero chiamati operai italiani e questo evento fu una delle saldature fra la tradizione italiana più antica e le nuove diramazioni che l’attività sviluppò in Inghilterra successivamente.
Lo stesso Robert Adam fece ampio ricorso a finti stucchi di cartapesta, e verso la fine de XVIII secolo si costruirono astucci, vassoi e persino mobili.
Per rinforzare e rendere più durevoli i mobili si utilizzò una rivestitura impermeabile atta a laccare la superficie, mentre grazie alla plasticità del materiale si ottennero fogge pregevoli e originali.