Carmina Burana di Carl Orff Arena di Verona 9 Agosto 2014 Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Maestro del coro Armando Tasso Controtenore Raffaele Pè Soprano Nadine Sierra Baritono Artur Rucinski Coro voci bianche A.Li.Ve. Direttore voci bianche Paolo Facincani Direttore voci bianche Marco Tonini Coro voci bianche A. d'A.Mus. ORCHESTRA E CORO DELL'ARENA DI VERONA Video applausi

Carmina Burana: finale e standing ovation


Finale e ovazione per i Carmina Burana diretti dal M° Andrea Battistoni ieri sera all’Arena di Verona


Carmina Burana di Carl Orff

Arena di Verona
9 Agosto 2014

Direttore d’orchestra Andrea Battistoni
Maestro del coro Armando Tasso
Controtenore Raffaele Pè
Soprano Nadine Sierra
Baritono Artur Rucinski
Coro voci bianche A.Li.Ve.
Direttore voci bianche Paolo Facincani
Direttore voci bianche Marco Tonini
Coro voci bianche A. d’A.Mus.

ORCHESTRA E CORO DELL’ARENA DI VERONA

Il bellissimo video di O fortuna sul canale youtube Arena di Verona

ARENA. Successo ieri sera della partitura di Carl Orff, per la prima volta nel cartellone estivo

I «Carmina» di Battistoni conquistano il pubblico

Il direttore veronese dà la giusta carica e ritmo alle storie di amore gioia, dolore e morte. Ottima la terna di cantanti, Sierra, Rucinski e Pè

domenica 10 agosto 2014 SPETTACOLI, pagina 51

I Carmina Burana di Orff sono stati una partitura guardata di sottecchi da molti direttori. E pure famosi. Poco praticata, forse perché l’insieme delle sue canzoni non conduce ad una vera e propria azione. Vuoi, forse, per il suo stare a mezzo tra un linguaggio tonale -ma dispiegato vocalmente a blocchi, in cui si rifiutano gli intrecci contrappuntistici- ed un carattere troppo popolaresco e arcaicizzante. Vuoi perché Orff fu sempre considerato (a torto) un autore minore, isolato, insomma fuori da ogni corrente, anche se cercò ostinatamente una via nazionalsocialista, ed insieme genericamente moderna, alla soluzione dei problemi del linguaggio che erano stati posti dalla disgregazione della tonalità. Problemi ritenuti poi inesistenti e pericolosi dai responsabili culturali del nazismo.
Ma al di là di tutte queste considerazioni, la celebre partitura proposta ieri sera, per la prima volta in Arena (peccato che in cartellone non ci sia una sua replica), ha ottenuto un largo e limpido successo. L’incentivo è venuto dall’energica direzione di Andrea Battistoni, una guida che ha saputo imprimere la giusta carica, il giusto ritmo a tutte le storie di felicità e di amore, di dolore e di morte che i Carmina raccontano. E dalla terna di solisti vocali, dove si è imposta la capacità di dominare la parola cantata, sino nei suoi meandri più nascosti, di un Artur Rucinski super, con gli aggiunti ed appropriati interventi del soprano Nadine Sierra e del controtenore Raffaele Pé.
Ottima è stata la risposta dell’orchestra areniana, specie nelle tre parti dedicate rispettivamente alla Primavera, ai Canti di taverna ed all’amore -con le sue vicende di gioia, di affanno e di tradimenti- di notevole incisività per una timbrica suggellata da una ricchissima gamma di strumenti a percussione che hanno guadagnato l’apprezzamento del pubblico. Momento topico per le masse corali, si è poi confermata la suggestiva pagina del prologo, con la sua invocazione alla dea Fortuna, sotto la cui ruota simbolica si sono svolte le successive scene nelle quali sfilano le figure del Welttheater, travolte nel ciclo di un movimento eterno.G.V.

Carmina Burana
Fortuna imperatrix mundi
La Dea Fortuna, imperatrice del mondo1. O Fortuna – coro
O FortunaO Fortuna, velut Luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis; vita detestabilis nunc obdurat et nunc curat ludo mentis aciem,
egestatem potestatem dissolvit ut glaciem. Sors immanis et inanis rota tu volubilis status malus vana salus semper dissolubilis,
obumbrata et velata mihi quoque niteris; nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris. Sors salutis et virtutis mihi nunc contraria
est affectus et defectus semper in angaria. Hac in hora sine mora cordum pulsum tangite; quod per sortem sternit fortem mecum omnes plangite!(trad.: O Fortuna, cangi di forma come la luna, sempre cresci o cali; l’odiosa vita ora abbatte ora conforta a turno le brame della mente,
dissolve come ghiaccio miseria e potenza. Sorte possente e vana, cangiante ruota, maligna natura, vuota prosperità che sempre si dissolve,
ombrosa e velata sovrasti me pure; ora al gioco del tuo capriccio io offro la schiena nuda. Le sorti di salute e di successo ora mi sono avverse,
tormenti e privazioni sempre mi tormentano. In quest’ora senza indugio risuonino le vostre corde; come me piangete tutti: a caso ella abbatte il forte!)2. Fortune plango vulnera – coro
Piango le ferite di FortunaFortune plango vulnera stillantibus ocellis, quod sua mihi munera subtrahit rebellis. Verum est, quod legitur, fronte capillata, sed plerumque
sequitur occasio calvata. In Fortune solio sederam elatus, prosperitatis vario flore coronatus; quicquid enim florui felix et beatus, nunc a summo corrui
gloria privatus. Fortune rota volvitur: descendo minoratus; alter in altum tollitur; nimis exaltatus rex sedet in vertice -caveat ruinam!- nam sub axe legimus
Hecubam reginam.

(trad.: Piango le ferite di Fortuna con occhi colmi di lacrime: spietata mi sottrae i suoi doni. Vero è quel che si legge : porta i capelli in fronte,
ma quasi sempre segue la calva Occasione. In alto io sedevo sul trono della Fortuna, cinto dai variopinti fiori del successo; ma se un tempo fiorivo prospero
e felice, ora son caduto dalla cima privo di ogni gloria. Si volge la ruota di Fortuna : sempre più giù discendo; un altro sale in alto; esaltato oltre ogni misura
sopra tutti un re siede sul trono – ‘stia attento alla caduta!’- sotto il mozzo della ruota leggiamo ‘Ecuba regina’.)

I – Primo Vere
La primavera

3. Veris leta facies – coro piccolo
Il lieto volto di primavera

Veris leta facies mundo propinatur, hiemalis acies victa iam fugatur. In vestitu vario Flora principatur, nemorum dulcisono que cantu celebratur. Ah!
Flore fusus gremio Phebus novo more risum dat, hoc vario iam stipate flore. Zephyrus nectareo spirans in odore, certatim pro bravio curramus in amore. Ah!
Cytharizat cantico dulcis Philomena; flore rident vario prata iam serena salit cetus avium silve per amena, chorus promit virginum iam gaudia millena. Ah!

(trad.: Il lieto volto di primavera si offre al mondo, l’invernale schiera vinta si volge in fuga, in variopinta veste regna Flora, celebrata dal canto dolce-risonante delle selve.
Avvinto in grembo a Flora, Febo torna di nuovo al riso, Zefiro ormai, pregno d’ogni fiore, spira tra profumi di nettare. A gara lanciamoci in ardenti amori!
Il dolce usignolo intona la sua cetra, di fiori vari ridono i prati ormai sereni, vola la stirpe degli uccelli fra le bellezze della selva, il coro delle vergini reca gioie a mille)

4. Omnia Sol temperat – baritono
Il sole riscalda ogni cosa

Omnia Sol temperat purus et subtilis novo mundo reserat faciem Aprilis; ad Amorem properat animus herilis et iocundis imperat deus puerilis.
Rerum tanta novitas in solemni vere et veris auctoritas iubet nos gaudere; vias prebet solitas et in tuo vere fides est et probitas tuum retinere:
Ama me fideliter! Fidem meam nota: de corde totaliter et ex mente tota sum presentialiter absens in remota. Quisquis amat taliter volvitur in rota.

(trad.: Puro e leggero il Sole tutto riscalda, si schiude al mondo il volto novello di Aprile, l’animo nobile si affretta all’amore, e il dio fanciullo impera sui felici.
Tanto rinovellarsi nella sacra primavera e la sua possanza ci comandan di godere; schiude le vie ben note, e nella tua primavera fedeltà e onestà vogliono
che tu sia stretto a chi ami. Amami essendomi fedele, guarda la mia fedeltà integra di cuore e di tutta la mente. Sono a te presente anche se vivo lontano.
Chi ama in tal modo, è straziato dalla ruota.)

5. Ecce gratum – coro
Ecco la gradita primavera

Ecce gratum et optatum Ver reducit gaudia:purpuratum floret pratum Sol serenat omnia. Iam iam cedant tristia! Estas redit nunc recedit Hyemis sevitia.Ah!
Iam liquescit et decrescit grando, nix et cetera; bruma fugit, et iam sugit Ver Estatis ubera; illi mens est misera, qui nec vivit, nec lascivit sub Estatis dextera. Ah!
Gloriantur et letantur in melle dulcedinis qui conantur ut utantur premio Cupidinis;simus jussu Cypridis gloriantes et letantes pares esse Paridis.Ah!

(trad.: Ecco la gradita, la bramata primavera riporta i piaceri, purpureo il prato fiorisce, il sole tutto rasserena, via ogni tristezza!
Ritorna l’estate, si ritira ormai il crudo inverno. Già si sciolgono e svaniscono grandine, neve, tutto; la nebbia fugge, ormai primavera succhia al seno dell’estate:
ben misera è la mente di chi né vive né si eccita sotto il dominio dell’estate. Si esalta e gioisce in melata dolcezza chi s’adopra per godere il premio di Cupido;
siamo agli ordini di Cipride, fieri e lieti d’esser pari a Paride.)

Uf dem Anger
Sul prato

6. Tanz – strumentale

7. Floret silva nobilis – coro e coro piccolo
La nobile foresta rinverdisce

Floret silva nobilis floribus et foliis. Ubi est antiquus meus amicus ? Ah! Hinc equitavit! Eia, quis me amabit? Ah! Floret silva undique, nah mime gesellen ist mir we.
Gruonet der walt allenthalben, wa ist min geselle alse lange? Ah! der ist geriten hinnen, owi, wer sol mich minnen? Ah!

(trad.: La nobile foresta si ricopre di fiori e di foglie. Dov’è il mio amico di un tempo? Da qui è partito a cavallo! Ahimè, chi mi amerà?
La foresta fiorisce dappertutto, io mi addoloro per il mio amico lontano. Dappertutto rinverdisce la foresta; perchè il mio amato sta lontano così a lungo?
Ah! Egli se n’è andato da qui a cavallo, ahimè, chi mi amerà? Ah!

8. Chramer, gip die varwe mir – coro e coro piccolo
Mercante dammi del colore

Chramer, gip die varwe mir, diu min wengel roete, da mit ich die jungen man an ir dank der minnenliebe noete. Seht mich an, jungen man! lat mich iu gevallen!
Minnet, tugentliche man, minnecliche frouwen minne tout iu hoch gemout unde lat iuch in hohen eren schouwen. Wol dir Werlt, daz du bist also freudenriche!
ich will dir sin undertan durch din liebe immer sicherliche.

(trad.: Mercante, dammi del colore, per colorare le mie guance di rosso, affinché i giovanotti non possano resistermi e mi amino.
Guardatemi, giovani! lasciatevi sedurre! Uomini degni, amate donne amabili ! L’amore vi nobilita e vi darà grandi onori. Salute a te, o mondo, così ricco di gioie!
Ti sarò sempre obbediente, sicura della tua generosa bontà.)

9. Reie, Swaz hie gat humbe – coro
Girotondo, Quelle che girano danzando

Swaz hie gat umbe, daz sint alles megede, die wellent an man alle diesen sumer gan. Ah! Sla!

(trad. : Quelle che girano danzando sono tutte ragazze che non vogliono passare tutta l’estate senza un uomo. Ah! Sla!)

9b. Chume, chume, geselle min! – coro piccolo
Vieni, vieni mio amato

Chume, chum, geselle min, ih enbite harte din, ih erbite harte din chume, chum, geselle min. Suzer rosenvarwer munt,
chum un mache mich gesunt, chum un mache mich gesunt, suzer rosenvarwer munt.

(trad.: Vieni, vieni, mio amato, ti aspetto ardente di desiderio, vieni, vieni, amore mio. Dolce bocca dal colore di rosa, vieni e rendimi felice.)

10. Were diu wrlt alle min – coro
Se il mondo fosse tutto mio

Were diu werlt alle min von dem mere unze an den Rin, des wolt ih mih darben, daz diu chunegin von Engellant lege an minem armen Hei!

(trad.: Fosse mio il mondo tutto dal mare fino al Reno, tutto lo butterei, se la regina d’Inghilterra giacesse fra le mie braccia.)

II – In taberna
All’osteria

11. Estuans interius – baritono
Divorato dall’ira veemente

Estuans interius ira vehementi in amaritudine loquor mee menti: factus de materia, cinis elementi, similis sum folio, de quo ludunt venti.
Cum sit enim proprium viro sapienti supra petram ponere sedem fundamenti stultus ego comparor fluvio labenti, sub eodem tramite nunquam permanenti.
Feror ego veluti sine nauta navis, ut per vias aeris vaga fertur avis; non me tenent vincula, non me tenet clavis quero mihi similes et adiungar pravis.
Mihi cordis gravitas res videtur gravis; iocus est amabilis dulciorque favis; quicquid Venus imperat, labor est suavis que nunquam in cordibus habitat ignavis.
Via lata gradior more iuventutis, implicor et vitiis immemor virtutis, voluptatis avidus magis quam salutis, mortuus in anima curam gero cutis.

(trad.: Sentendomi bruciare dall’ira veemente, con amarezza parlo con me stesso: sono fatto di materia, di cenere e polvere, sono come una foglia con cui giocano i venti.
Se è proprio dell’uomo saggio porre sulla roccia la base delle fondamenta, io mi paragono, stolto, a un fiume impetuoso che non scorre mai nello stesso alveo.
Sono sballottato come una nave senza marinaio, come un uccello per le vie del cielo; nessun legame mi trattiene, nessuna chiave mi vincola;
cerco gente simile a me e mi associo con gentaglia. Mi sembra pesante la durezza del cuore; il gioco è invece piacevole e più dolce di un favo di miele.
Un lavoro soave è tutto ciò che Venere comanda, che non abita mai nei cuori ignavi. Cammino per una via larga, come in gioventù, mi lascio invischiare dai vizi,
dimentico della virtù, sono avido di piacere più che di salvezza; morta è la mia anima, mi preoccupo solo del corpo.)

12. Olim lacus colueram – tenore e coro (tenori e bassi)

13. Ego sum abbas – baritono e coro (tenori e bassi)

14. In taberna quando sumus – coro (tenori e bassi)
Quando siamo all’osteria

In taberna quando sumus, non curamus quid sit humus, sed ad ludum properamus, cui semper insudamus.
Quid agatur in taberna, ubi nummus est pincerna, hoc est opus ut queratur, sic quid loquar, audiatur.
Quidam ludunt, quidam bibunt, quidam indiscrete vivunt. sed in ludo qui morantur, ex his quidam denudantur, quidam ibi vestiuntur, quidam saccis induuntur.
Ibi nullus timet mortem, sed pro Baccho mittunt sortem: Primo pro nummata vini,ex hac bibunt libertini; semel bibunt pro captivis, post haec bibunt ter pro vivis,
quater pro Christianis cunctis, quinquies pro fidelibus defunctis, sexies pro sororibus vanis, septies pro militibus silvanis, octies pro fratribus perversis,
nonies pro monachis dispersis, decies pro navigantibus, undecies pro discordantibus, duodecies pro penitentibus, tredecies pro iter agentibus.
Tam pro papa quam pro lege bibunt omnes sine lege. Bibit hera, bibit herus, bibit miles, bibit clerus, bibit ille, bibit illa, bibit servus cum ancilla, bibit velox, bibit piger,
bibit albus, bibit niger, bibit constans, bibit vagus, bibit rudis, bibit magus, bibit pauper et egrotus, bibit exul et ignotus, bibit puer, bibit canus, bibit presul et decanus,
bibit soror, bibit frater, bibit anus, bibit mater, bibit iste, bibit ille, bibunt centum, bibunt mille: Parum sexcente nummate durant, cum immoderate bibunt omnes sine meta.
Quamvis bibani mente leta, sic nos rodunt omnes gentes, et sic erimus egentes. Qui nos rodunt confundantur et cum iustis non scribantur. Io io io io io io !

(trad.: Quando siamo all’osteria che c’importa se siam cenere, noi ci buttiamo al gioco che non ci dà mai tregua. Che si fa all’osteria, dove danaro fa il coppiere,
è ben giusto chiederlo; ve lo dirò, ascoltate. Chi gioca, chi beve, chi si dà ai bagordi. Fra chi si accanisce al gioco c’è chi si spoglia, c’è chi si riveste, c’è chi si ricopre di sacco:
qui nessuno teme la morte, noi gettiamo i dadi per Bacco: Prima i viziosi bevono per il soldo del vino, una volta bevono per i carcerati,dopo bevono tre volte per i vivi, quattro
per tutti i cristiani, cinque per i fedeli defunti, sei per le buone donne, sette per i grassatori, otto per i frati pervertiti, nove per i monaci scappati, dieci per i naviganti, undici per i
litiganti, dodici per i penitenti, tredici per i viaggiatori. Per il papa o per il re bevon tutti senza limiti. Beve la dama, beve il signore, beve il soldato, beve il chierico, beve quello,
beve quella, beve il servo con l’ancella, beve il lesto beve il pigro, beve il bianco, beve il negro, beve il costante, beve il vano, beve il rozzo, beve il dotto,beve il povero e il malato,
beve l’esule e lo sconosciuto,beve il ragazzo beve il canuto, beve il vescovo e il decano,beve la suora, beve il frate,beve la nonna,beve la madre, beve questa, beve quello,
bevon cento, bevon mille. Poco duran seicento denari, se bevon tutti alla grande senza limiti. Pur se bevon a mente lieta, ci fan tutti torto, siamo così poveracci!
Chi ci sprezza sia confuso, e fra i giusti non sia scritto.)

III – Cour d’amours
Le corti dell’amore

15. Amor volat undique – soprano e voci bianche
L’amore vola dappertutto

Amor volat undique; captus est libidine. Iuvenes. iuvencule coniuguntur merito. Siqua sine socio caret omni gaudio;
tenet noctis infimasub intimo cordis in custodia: fit res amarissima.

(trad.: L’amore vola dappertutto, prigioniero del desiderio. Giovani e giovanette si uniscono secondo natura.
Se qualche giovanetta rimane senza amante, non prova alcuna gioia; tiene rinchiusa nel profondo del suo cuore una notte buia e triste; questa è un’esperienza amarissima.)

16. Dies, nox et omnia – baritono

17. Stetit puella – soprano
Stava una fanciulla

Stetit puella rufa tunica; si quis eam tetigit, tunica crepuit. Eia! Stetit puella tamquam rosula: facie splenduit os eius floruit. Eia!

(trad.:Stava una fanciulla in rossa tunica; se uno la toccava, frusciava la tunica. Ehi! Stava una fanciulla come una rosellina; splendeva in volto, fioriva la sua bocca. Ehi!)

18. Circa mea pectora – baritono e coro
Nel mio cuore

Circa mea pectora multa sunt suspiria de tua pulchritudine, que me ledunt misere. Ah! Mandaliet, mandaliet min gesellechomet niet. Tui lucent oculi sicut solis radii,
sicut splendor fulguris lucem donat tenebris. Ah! Mandaliet etc. Vellet deus, vellent dii, quod mente proposui: ut eius virginea reserassem vincula. Ah! Mandaliet etc.

(trad.: Nel mio cuore vi sono molti sospiri per la tua bellezza, che mi fanno languire.Ah! Mandaliet, mandaliet, la mia amata non arriva. I tuoi occhi brillano come i raggi del sole,
come lo splendore della folgore che illumina le tenebre.Ah! Mandaliet, ecc. Voglia Dio, vogliano gli dei accordarmi ciò che ho in mente: che io violi i legami della sua verginità.
Ah! Mandaliet,ecc.).

19. Si puer cum puellula – 3 tenori, baritono 2 bassi

20. Veni, veni, venias – coro doppio

21. In trutina – soprano
Sulla bilancia

In trutina mentis dubia fluctuant contraria lascivus amor et pudicitia. Sed eligo quod video collum iugo prebeo; ad iugum tamen suave transeo.

(trad.: Sulla bilancia indecisa della mente oscillan contrapposti amor lascivo e pudore. Ma scelgo quel che vedo, porgo il collo al giogo; mi metto a un giogo ben soave.)

22. Tempus est iocundum – soprano, baritono coro e voci bianche

23. Dulcissime – soprano
A te, dolcissimo

Dulcissime! Ah! Totam tibi subdo me!

(trad.: A te, o dolcissimo, tutta mi abbandono!)

Blanziflor et Helena

24. Ave, formosissima – coro
Salute a te, o bellissima

Ave formosissima, gemma pretiosa, ave, decus virginum, virgo gloriosa, ave, mundi luminar, ave, mundi rosa,
Blanziflor et Helena, Venus generosa!

(trad.: Ave bellissima, preziosa gemma, ave perla delle vergini, gloriosa vergine, ave luce del mondo, ave rosa del mondo, Biancofiore ed Elena, Venere magnanima!)

Fortuna imperatrix mundi
La Dea Fortuna, imperatrice del mondo

25. O Fortuna – coro


Carmina Burana su dismappa