Brutti e cattivi, quando la disabilità non fa rima con bontà
Sarà presentato domani a Venezia 74 nella sezione Orizzonti il nuovo film di Cosimo Gomez, Brutti e Cattivi in cui il protagonista, Claudio Santamaria, è in sedia a rotelle.
Il film, con Claudio Santamaria, Marco D’Amore e Sara Sagliocco, uscirà nelle sale a ottobre grazie a 01 Distribution e Rai Cinema.
La locandina di Brutti e cattivi
Sinossi
Il Papero, Ballerina, Il Merda e Plissé si improvvisano rapinatori per il colpo che cambierà la loro vita. Non importa se il primo è senza gambe, Ballerina, la sua bellissima moglie, non ha le braccia, se Merda è un rasta tossico e Plissé un nano rapper. Sono solo dettagli. Per loro non ci sono ostacoli. Solo sogni. Anche se, dopo il colpo, le cose si complicano: ogni componente dell’improbabile banda sembra avere un piano tutto suo per tenersi il malloppo. Tutti fregano tutti senza nessuna pietà in una girandola di inseguimenti, cruente vendette, esecuzioni sanguinose e tradimenti incrociati.
Il trailer del film
BRUTTI E CATTIVI (opera prima)
titolo originale: BRUTTI E CATTIVI
regia di: Cosimo Gomez
cast: Claudio Santamaria, Marco D’Amore, Sara Serraiocco, Rinat Khismatouline, Shi Yang Shi, Marco Pancrazi, Giorgio Colangeli, Filippo Dini, Fabiano Lioi, Rosa Canova, Maria Chiara Augenti, Simoncino Martucci, Narcisse Mame, Aline Belibi, Xu Guo Qiang, Xianbin Zhang, Stephanie Maria Diano
sceneggiatura: Luca Infascelli, Cosimo Gomez
paese: Italia/Francia
anno: 2017
durata: 87′
CINEMA. Arriva in sala giovedì la dark comedy «Brutti e cattivi», opera prima dell’ex scenografo
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Gomez e i disabili cattivi
«Avranno l’anima nera»
ROMA
Spietati e fuori dalle righe, faranno un super colpo ai danni della mafia cinese. Tra i protagonisti Claudio Santamaria: «Black comedy senza pietismi»
Una scatenata banda di disabili, un super colpo ai danni della mafia cinese (che non la prende bene) in un bailamme di tradimenti, morti vere e sfiorate, rinascite, colpi di scena a ripetizione e una massiccia dose di politicamente scorretto che non si vedeva nel cinema italiano dai tempi di Scola e Monicelli. È il mondo in cui ci scaraventa Cosimo Gomez con la sua opera prima, la dark comedy “Brutti e cattivi”, con Claudio Santamaria, Marco D’Amore, Sara Serraiocco e Simoncino Martucci, che dopo il debutto in Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, arriva in sala giovedì 19. «La nostra è una bella commedia nera su personaggi che si muovono in un contesto folle», spiega Claudio Santamaria, che nella storia è il capobanda, il Papero, nato senza gambe, ex attrazione da circo, «si parla del sociale indirettamente. I protagonisti disabili vengono raccontati senza ammorbare e senza pietismi, sono brutti e cattivi come tutti noi». Nell’impresa di rapinare una banca della periferia romana, dove la mafia cinese nasconde 4 milioni di euro, il Papero ha come complici la moglie Ballerina (Serraiocco), femme fatale senza braccia; l’amico Giorgio Armani detto Merda (un inedito Marco D’Amore), rasta perennemente strafatto, e Plissè (Simoncino Martucci), nano rapper abilissimo scassinatore di casseforti. Gomez realizza il sogno di debuttare alla regia dopo 20 anni come scenografo: «Ho provato a mandare uno dei miei racconti al premio Solinas e inaspettatamente ho vinto (nel 2012). Dà lì è nato il film (coprodotto da Rai Cinema con Eliseo Cinema)». Secondo lui «tutti abbiamo una disabilità. Non li ho chiamati disabili, ma maltrattati, perché so quanto sia pesante essere trattati con pietismo o anche paura. Ho pensato quindi di maltrattarli: nel film fanno sesso, vengono uccisi e uccidono, mi divertiva questo mondo scorretto». Santamaria non voleva che Il Papero «facesse solo ridere», spiega l’attore, «pPer questo ho cercato di rendere anche il suo dolore interiore. Per lui poter avere finalmente le gambe, e indossare i camperos come il suo idolo Tex Willer, per guardare gli altri negli occhi, vuol dire pareggiare i conti».
Disabili «Brutti e cattivi»
tra rapine, soldi e risate
Il Papero (Claudio Santamaria) non ha le gambe, Ballerina (Sara Serraiocco) non ha le braccia e fa tutto con i piedi, dal make up al sesso, Plissè (Simoncino Martucci) è un nano rapper e Giorgio Armani detto il Merda (Marco D’Amore) è un rasta strafatto di marijuana. Una corte dei miracoli così al cinema non si era mai vista, un gruppo di disabili che una volta tanto non fanno pena per niente. Sull’onda lunga di «Smetto quando voglio» e «Lo chiamavano Jeeg Robot», arriva la dark comedy più politicamente scorretta degli ultimi anni: «Brutti e cattivi», l’ottimo esordio di Cosimo Gomez, in concorso a Orizzonti ieri a Venezia 74, in sala dal 19 ottobre per 01. Il gruppo poi diventa banda quando decide di smetterla con l’elemosina fuori della chiesa facendo pietà alle persone e di fare i soldi veri rapinando una banca. Sognano in grande, gli ostacoli nel piano criminale non ci sono e pazienza se non hanno gambe e braccia e la sedia a rotelle non corre come una Ferrari. La storia si fa sempre più assurda e splatter, di mezzo ci sono pure la mafia cinese e il racket delle prostitute.«Cattivi, avidi, spietati anche i disabili sono come noi – ha scherzato Gomez a Venezia – in genere verso di loro abbiamo pietismo, magari pure falso, un sentimento che loro tra l’altro detestano. I nostri eroi – come li chiama il regista – lottano come tutti per la propria felicità, in questo caso legata all’avidità personale. Insomma che siano disabili è un dato ma non un intralcio».
LIDO DI VENEZIA. Il Papero (Claudio Santamaria) non ha le gambe, Ballerina (Sara Serraiocco) non ha le braccia e fa tutto con i piedi, dal make up al sesso, Pliss (Simoncino Martucci) un nano rapper e Giorgio Armani detto il Merda (Marco D’Amore) un rasta strafatto di marijuana.Una corte dei miracoli così al cinema non si era mai vista, un gruppo di disabili che una volta tanto non fanno pena per niente. Sull’onda lunga di Smetto quando voglio e Lo chiamavano Jeeg Robot, arriva la dark comedy più politicamente scorretta degli ultimi anni: Brutti e cattivi, l’ottimo esordio di Cosimo Gomez, in concorso a Orizzonti oggi a Venezia 74, in sala dal 19 ottobre per 01.
Il gruppo diventa banda quando decide di smetterla con l’elemosina fuori della chiesa facendo pietà alle persone e di fare i soldi veri rapinando una banca. Sognano in grande, gli ostacoli nel piano criminale non ci sono e pazienza se non hanno gambe e braccia e la sedia a rotelle non corre come una Ferrari. La storia si fa sempre più assurda e splatter, di mezzo ci sono pure la mafia cinese e il racket delle prostitute, nella trama scritta dallo stesso Gomez e da Luca Infascelli in tema di oltraggio alla scorrettezza c’è di tutto.
“Cattivi, avidi, spietati anche i disabili sono come noi – scherza Gomez che con il soggetto di Brutti e cattivi aveva vinto il Solinas nel 2012 – in genere verso di loro abbiamo pietismo, magari pure falso, un sentimento che loro tra l’altro detestano. L’idea di partenza stata questa banda di disabili cattivissimi”.
I ‘nostri eroi’, come li chiama il regista, “lottano come tutti per la propria felicit, in questo caso legata all’avidit personale. Insomma che siano disabili un dato ma non un intralcio”. Nel corso del film la dark comedy diventa persino storia d’amore.
La preparazione del film stata particolare: Cosimo Gomez, prima ancora di mettersi alla prova come regista, un eccellente disegnatore che mette su schizzo ogni idea, sceneggiatura compresa. E così ha sviluppato su carta il film oltre a lunghe lavorazioni sugli effetti speciali che sono tanti e hanno reso complicata anche la postproduzione. Claudio Santamaria, che con un certo mondo di sporchi e cattivi aveva già fatto i conti per Jeeg Robot, appena ricevute le pagine di disegni di Gomez ha accettato la parte: “Avevo la possibilità rara di esplorare un personaggio irresistibile, fare una trasformazione fisica radicale, stare senza gambe, giocare al travestimento come i bambini che sono indiani o cowboy secondo il cappello che indossano. E poi, una volta compiuto il lavoro ‘tecnico’, lavorare per l’interpretazione sul dolore di questi personaggi che sono arrabbiati con la vita. A questi personaggi dare credibilità, questa era la sfida di tutti noi”.
Sara Serraiocco, uno dei talenti emergenti del nostro cinema, Ballerina, una mente criminale dietro una cascata di ricci biondi, i vestiti appariscenti e i tacchi a spillo. Essere senza braccia non è un ostacolo, a quella deformazione rimedia con l’uso incredibile dei piedi. “Mi sono preparata legando le mie vere braccia dietro la schiena e cos sono riuscita a stravolgere la mia fisicità e la mia attitudine, ora sono capace pure di truccarmi con i piedi come Ballerina. E poi – prosegue – mi piaceva che utilizzasse la seduzione senza minimi sensi di colpa”.
Il popolarissimo protagonista di Gomorra, Marco D’Amore, ha fatto ridere tutti parlando di Merda, il rasta che interpreta. “Per Santamaria e Serraiocco la difficoltà era la mancanza fisica di qualcosa, Claudio delle gambe, Sara delle braccia. Io per la prima volta in vita mia avevo i capelli: per calarmi nel personaggio ho fatto un percorso tricologico”.
L’unico vero disabile del gruppo Simone Martucci, 1 metro e 20 di statura, rapper della scena romana e attore in già tanti film. “Ho vissuto questo film con emozioni vere, si racconta che niente impossibile. Nella mia vita reale vado avanti da sempre pensando che volere potere”. Brutti e Cattivi prodotto da Fabrizio Mosca e Luca Barbareschi (Eliseo Cinema e Casanova) con Rai Cinema: per lo stesso team Cosimo Gomez sta gi preparando il suo secondo film.
Come nasce l’idea di Brutti e Cattivi?
Cosimo Gomez: “L’idea nasce dall’idea scorretta che mi ha divertito sin dal primo momento: ogni essere umano può essere cattivo. Anche con i disabili c’è l’uso comune di avere un falso pietismo. Chi di noi ha in famiglia un disabile o lavora con la disabilità sa quanto detestino essere compatiti. Quest’idea ha cominciato a girarmi in testa sei anni fa: mi sembrava scorretto e divertente pensare a una banda di disabili falsi e cialtroni. Ci tengo a dire però che non è in nessun modo un film sulla disabilità, al massimo lo è sull’amore. La disabilità è un dato, ma fondamentalmente lottano per un obiettivo e la propria felicità, come ognuno di noi. Pensano che la felicità siano questi 4 milioni, una felicità legata all’avidità. Quando però c’è uno scatto di generosità quella persona avrà la ricompensa migliore che è l’amore.”
Un film come Brutti e Cattivi in quanto tempo convince i produttori?
Cosimo Gomez: “In questo caso pochissimo, devo dire che c’è stato subito interesse. Il film è partito dal Premio Solinas che ho vinto. Da quel momento Fabrizio ha amato il film e anche tutti i coproduttori stranieri gli hanno dato immediatamente attenzione. Tecnicamente è stato complesso realizzare Brutti e Cattivi. Per lasciare l’aspetto di commedia c’è stata l’idea di fare questo film con attori di talento che si sono impadroniti del copione. Essendo una pellicola con un alto fabbisogno tecnico è servito molto tempo per mettere tutto insieme. C’è stata una post produzione al montaggio lunghissima.”
Il vostro è un ruolo molto fisico, come vi siete preparati?
Sara Serraiocco: “Cosimo mi ha dato la grande opportunità di interpretare un personaggio bellissimo, che mi ha appassionato da tutto. Mi sono ispirata a Simona Atzori, che ballava in questo modo nella mia scuola di danza. Ho cercato da subito di fare subito le prove con le braccia legate dietro, ho iniziato a fare tutto con i piedi come truccarmi e anche a studiare il cinese per il monologo finale. Ha trasformato la sua mancanza in una voglia di riscatto sociale. Si è creata un’empatia bellissima con gli altri attori e credo questo sia arrivato al pubblico.”
Claudio Santamaria: “Io ho avuto il primo contatto con la sceneggiatura tramite un mood book, un libro modale. Non ho avuto subito lo script, c’erano le foto di riferimento e il soggetto e ho deciso di farlo anche senza sceneggiatura. Ho capito subito che volevo farlo. C’era la possibilità di trasformarmi fisicamente, come quando i bambini si vestono da indiani. Quando un personaggio ti offre questa possibilità, ti dà già tantissimo. Il lavoro sulla sedia a rotelle è stato fatto prima, ma la cosa più importante è stato lavorare sul dolore dei personaggi in queste scatole colorate. Uno che nasce senza gambe è un po’ arrabbiato con la vita, il dolore del Papero è fondamentale per dare tridimensionalità ad un personaggio divertente e vero. In Terapie e Pallottole quando Robert De Niro strappa il suo psicologo dal letto piange lacrime vere, poi per com’è scritta la scena fa ridere. Li vedi il dolore vero esattamente come in Brutti e Cattivi. Era divertente anche andare sempre in giro con il cappellino.”
Marco D’Amore: “Il mio lavoro è stato diametralmente opposto. Per la prima volta dovevo capire e quindi ho avuto un percorso tricologico. Quando Cosimo mi ha detto che sarei stato un rasta, ho detto subito sì. L’amore è il motore della storia, soprattutto per questo ragazzo mai cresciuto. Il poeta dice che l’amore muove le stelle, nel sogno infantile di Giorgio Armani detto il Merda, l’unico dolore è il sentimento di amore bambino verso questo essere mistico che è l’unico ad avere gesti di gentilezza verso di lui. I nostri personaggi gridano non siamo disabili ma esseri umani.”
Simoncino Martucci: “Ringrazio Cosimo e questi splendidi attori che mi hanno fatto sentire parte del gruppo. Brutti e Cattivi è stato il mio primo film e mi sono integrato benissimo. Raccontano della disabilità che non hanno, io sono ahimè veramente disabile e ho vissuto questo film con ancora maggiore emozione e voglia di dimostrare che nonostante la disabilità nulla è impossibile. Nella mia vita reale sono sempre andato avanti dicendo volere e potere. Brutti e Cattivi mi è piaciuto molto fin dalla prima volta che ne ho sentito parlare. Ho rappresentato parte della mia vita in Plissè.”
La sceneggiatura di Brutti e Cattivi è l’aspetto più forte, la cattiveria è trattata veramente bene. Quali sono state le difficoltà in un paese che spesso scivola nel buonismo?
Luca Infascelli: “Abbiamo avuto poche difficoltà, siamo andati subito d’accordo con Cosimo. Abbiamo avuto bisogno di tante stesure, ma c’è stata una convergenza sugli obiettivi del film. Abbiamo trattato il tutto con spirito irriverente, Claudio diceva che c’è il piccolo grande messaggio di non avere compassione per persone diverse. Cosimo ha la capacità di fare uno schizzo in un secondo, se a te non andava bene lui faceva un altro schizzo e abbiamo centinaia e centinaia di sketch. Ci siamo divertiti ed è un buon segno.”
In un contesto dove sono comparsi film come Lo Chiamavano Jeeg Robot, è stato più facile realizzare questo film?
Fabrizio Mosca: “Quando ho visto per la prima volta Smetto Quando Voglio siamo andati insieme e sentivamo una grande eccitazione per questo nuovo film, noi stavamo già lavorando a Brutti e Cattivi. Mi sono ingelosito di un prodotto tanto originale, però da lì si è aperta una breccia seguita poi da Jeeg Robot. Noi volevamo fare una commedia diversa, ispirata ad un altro tipo di risata. Abbiamo avuto in Rai Cinema e negli altri partner tanto consenso. Uscirà il 19 ottobre ma sentiamo che c’è il desiderio di ridere in modo diverso.”
Cosimo Gomez: “Questi bei film che sono cresciuti così tanto ci sta aiutando molto, ma questo vale per tutti.”
Paolo Del Brocco: “Siamo felicissimi di aver co-prodotto Brutti e Cattivi. Dobbiamo cercare di percorrere dei sentieri nuovi con strade diverse. La commedia classica e comica è in delirio, con alcune eccezioni. Dobbiamo portare il pubblico al nostro cinema con un nuovo linguaggio. Questo film si coniuga proprio con questa direzione, questo film quando lo abbiamo visto tutto il team 01 è impazzito. Un po’ era inquietante e abbiamo chiesto se fossero sicuri, devo dire che avete scoperto un grande regista.”
Luca Barbareschi: “Sono contento di essere qui in collaborazione con Rai Cinema che ci ha fatto fare due film, anche Start Up. Eliseo Cinema è un nuovo brand e siamo felici di questi risultati, abbiamo già un altro film di Gomez in preparazione. Non venivo a Venezia da tanti anni, sono molto contento che un film così complicato con un cast che ora sembra scontato ma all’inizio sembrava impossibile.”
Il prossimo film potrebbe essere sui “buonissimi”?
Cosimo Gomez: “Impossibile.”
«Brutti e cattivi», siamo tutti mostri
Cinema. L’esordio di Cosimo Gomez a Orizzonti, racconto sporco e politicamente corretto con Claudio Santamaria versione freak.
In una sezione come Orizzonti, tra quelle della Mostra di Venezia la più votata alla sperimentazione, non risulta affatto stonata la presenza di film puramente di genere, ad esempio di noir e commedie che, ridefinendo i propri perimetri e confini, con i loro rinnovati immaginari potrebbero contribuire ad alimentare dubbi e incertezze sul nostro contemporaneo, spingendo alla riflessione e a letture eccentriche. Tuttavia, nel corso della programmazione, ormai giunta al suo epilogo, i titoli che si sono alternati al Lido hanno mostrato dei limiti proprio sul fronte della ricerca. Molti i temi importanti, se non necessari, di cui prendere visione per ribadire la deriva del nostro mondo. Alcuni prodotti ottimamente confezionati, però, senza che gli autori abbiano messo in mostra l’intenzione di prendersi i cosiddetti rischi, di costringere lo spettatore all’arte del dubbio.
Un esempio illuminante è l’opera prima italiana di Cosimo Gomez, Brutti e cattivi. Racconto sporco, politicamente scorretto e una narrazione ritmata capace di portare avanti l’aspetto nero della vicenda insieme a quello comico. Protagonisti di questa storia bizzarra sono il Papero (Claudio Santamaria), ex circense nato senza gambe, la Ballerina (Sara Serraiocco), la femme fatale senza braccia, che con il Papero costituisce la coppia perfetta, il Merda (Marco D’Amore), rasta tossico che svolge la funzione di assistente del duo menzionato, e Plissé, nano rapper autentico genio nello scassinare casseforti. I quattro pianificano e realizzano una rapina milionaria. E altri personaggi della stessa risma partecipano agli eventi, si frappongono, sparano, inseguono, sognano, aiutano, odiano, amano. Il tutto condito da battute con chiaro accento romano (naturalmente non potevano mancare il cinese, il russo e il nigeriano), con scene esageratamente kitsch che strappano più di una risata a un pubblico voglioso di intrattenimento.
Il tentativo di mostrare il riscatto dei diseredati pare indubbio. E in modo altrettanto evidente è esibito il carattere vano di questo stesso riscatto, perché i poveri, si sa, prima o poi iniziano a lottare tra di loro. La guerra si fa battaglia effimera. E fragile alla fine è la visione proposta, tutta interna a un immaginario già contenuto nello sguardo dello spettatore abituato a cercare gag in Rete o, se più retrò, in uno di quei canali televisivi dove il «romano» dissacra ciò che è già dissacrato e spinge a una risata collettiva consolatoria. Siamo tutti mostri, che ci vogliamo fare?
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