Applausi per il concerto di Vinicio Capossela
VINICIO CAPOSSELA – IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI E ALTRE BESTIE D’AMORE
SABATO 21 GIUGNO, Teatro romano di Verona
Festival Rumors di Elisabetta Fadini (vedi articolo con galleria fotografica e video)
Presentazione dei musicisti e applausi per Vinicio Capossela
Applausi per il bis
Capossela, lo zoo nel recinto del Teatro Romano
Perfette imitazioni del raglio d’asino con i violini e della pesantezza elefantiaca del contrabbasso E flauto e celesta si trasformano in un acquario
Con Capossela sono comparsi sul palco un presentatore circense e un’inedita orchestra di musicisti vestiti da animali che assortiva archi, fiati, spinette, pianoforti, rumorismi vari e alcuni dei membri delle sue formazioni più consuete (Zeno De Rossi alla batteria, Asso Stefana alla chitarra e banjo e Vincenzo Vasi alla voce, al theremin, ai giocattoli e alle percussioni) per raccontare in tre ore filate di spettacolo un mondo animale ricco di quell’umanità e di quelle qualità umane che l’uomo ha invece completamente perso.
Il filo conduttore era l’esecuzione de Il Carnevale degli animali, una suite composta da Camille Saint-Saens nel 1886, articolata in quattordici brevi brani ispirati ad altrettanti animali o personaggi, intervallata da canzoni edite e inedite di Vinicio Capossela.
Le novità in questo spettacolo non mancano perché Capossela – pur mantenendo quell’istrionica, parodistica e ironica capacità di farsi ammirare e quel suo sottile cinismo da a-nimale da palcoscenico di lungo corso – si propone in una dimensione cameristica parzialmente inedita in cui sin dall’overture con la Marcia reale del leone sembra rimandare alla Parigi di Satie, ma anche alla concezione musicale aperta in cui la presenza di una piccola orchestra di archi non si trasforma mai in un recinto di genere. Così oltre al rispetto per i profumi novecenteschi di Saint-Saens c’è spazio per perfette imitazioni del raglio d’asino con i violini, della pesantezza elefantiaca di un contrabbasso mentre flauto e celesta si trasformano in un acquario.
Oltre a tutto ciò non mancano i grandi successi di mastro Capossela; quelli che più degli altri fanno esplodere il pubblico e che lui interpreta magistralmente. Corvo torvo, Pryntyl, Polpo d’Amor, Marajà, Tanco del murazzo: questi piccoli capolavori della canzone italiana degli ultimi cinquant’anni sostenuti dagli archi innescano un effetto magico e tutto sommato succede anche quando la vivacità è meno prorompente e decisiva rispetto agli originali. Dopo tante letture da Celine, Swift, Bataille il concerto si chiude con la lettura più drammatica e bella, quella dell’Usignolo e la rosa di Oscar Wilde in cui un uccello dona la propria vita per veder nascere una rosa che poi viene gettata via da una coppia di stolti. Poi, dopo Con una rosa e Bardamù, lo spettacolo finisce tra le ovazioni del pubblico a dir poco entusiasta.
Il bestiario di Capossela inaugura «Rumors»
Il cantautore presenta «Il Carnevale degli animali e altre bestie d’amore» ispirato a Saint-Saëns
Si apre stasera alle 21 con lo spettacolo visionario e affabulatore di Vinicio Capossela, la seconda edizione di «Rumors – Illazioni vocali», la due giorni di appuntamenti dedicata alla vocalità e all’uso dello strumento voce organizzata da Eventi e dal Comune di Verona, con la direzione artistica di Elisabetta Fadini.
Il maestro Vinicio torna al Teatro Romano con uno spettacolo tutto nuovo che è andato in scena solo in pochissime precedenti occasioni, ovvero Il Carnevale degli animali e altre bestie d’amore che comprende l’esecuzione del Carnevale degli animali, una suite composta da Camille Saint-Saëns nel 1886, articolata in quattordici brani di breve durata ispirati ad altrettanti animali o personaggi, intervallata da canzoni edite e inedite di Vinicio Capossela (tra cui Corvo torvo, Pryntyl, Polpo d’amor, ma anche Marajà, Tanco del Murazzo, Lanterne rosse, I pianoforti di Lubecca) e da letture da Céline, Swift, Bataille e dello stesso Capossela, mentre gli strumenti musicali riprendono il carattere e l’onomatopeia dei diversi animali.
È questo il nuovo viaggio del poeta immaginifico che dopo aver attraversato la Grecia e gli abissi più reconditi e introspettivi dei mari, approda al mondo animale. Lo farà anche in questa occasione con la sua grande personalità e con la consueta profondità prospettica in cui poesia, suggestione, umoralità e divertimento sembrano trovare un viatico comune in una musica dai mille colori forti che rimanda a un percorso in equilibrio tra modernità e tradizioni arcane. «I bestiari medievali» ha scritto Capossela in una nota di commento allo spettacolo, «studiavano gli animali, seppur non in senso zoologico o scientifico, ma per uscire dal reale ed entrare nel vero. Le nature degli animali rappresentano le tante nature dell’uomo, dell’amore, del peccato. La signoria dell’uomo, trasformata man mano in indifferenza, cecità, non conoscenza».
«Gli animali sono usciti dalle nostre vite e sono entrati nei cartoni animati e nei documentari, oppure sulla tavola, dove si consuma il nostro principale rapporto con loro: mangiarli» continua. «Stanno lì, grandi sfingi di pietra, custodi di templi, accompagnatori di deità, o forse Dei essi stessi. Come non si siano organizzati per scacciare l’uomo, resta un mistero. Rinunciare agli animali è amputarsi dell’accesso alla natura che, come dice Psarantonis, è il Dio».
In questa occasione con Vinicio al piano e alla voce sul palco ci saranno il Trio Amadei (Liliana Amadei al violino, Antonio Amadei al violoncello e Marco Amadei al pianoforte), tre musicisti con cui collabora stabilmente da anni (Zeno De Rossi alla batteria, Asso Stefana alla chitarra e armonio e Vincenzo Vasi ai campionatori, theremin, marimba, vibrafono) e i solisti della Vianiner Philharmoniker: Fabio Mina al flauto, Helga Plankensteiner al clarinetto e sassofono, Laura Lanzetti al pianoforte, Sebastiano Airoldi al violino, Lucia Colonna alla viola e Amerigo Bernardi al contrabbasso.