Andrea Chimenti tra Ungaretti e Buzzati
Venerdì 6 febbraio 2015, ore 11.00
Educandato agli Angeli, Verona (accessibile tramite rampa nel cortile interno)
Ingresso libero
Nell’ambito delle attività previste per la commemorazione per il centenario della Grande Guerra, Andrea Chimenti, musicista e scrittore, presenta all’Educandato Statale Agli Angeli il reading-concerto Il porto sepolto, in cui si cimenta nell’interpretazione musicale di alcuni dei più bei versi scritti dal poeta Giuseppe Ungaretti, in gran parte composti sul Carso, forse il più terribile scenario della Prima Guerra Mondiale. Un estratto da questo spettacolo è stato pubblicato su cd nel 2002 e viene ristampato quest’anno.
Dal vivo le canzoni sono immerse in alcune letture tratte da La confessione di Tolstoj e da Il deserto dei Tartari di Buzzati.
Ad accompagnare Andrea Chimenti (voce e pianoforte) c’è Francesco Chimenti, che si alterna alla chitarra e al violoncello.
Per motivi logistici lo spettacolo si articola in due rappresentazioni. La prima, alle ore 9, sarà rivolta agli studenti delle quinte Liceo; la seconda, alle ore 11, sarà rivolta agli alunni delle classi terze della Scuola Secondaria di primo grado ed è aperta al pubblico, con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.
Galleria fotografica
Vanità
(Giuseppe Ungaretti / Andrea Chimenti)
D’improvviso
è alto
sulle macerie
il limpido
stupore
dell’immensità
E l’uomo
curvato
sull’acqua
sorpresa
dal sole
si rinviene
un’ombra
Cullata e
piano
franta
Cori Descrittivi di Stati d’Animo di Didone
(Giuseppe Ungaretti / Andrea Chimenti / Massimo Fantoni)
La sera si prolunga
Per un sospeso fuoco
E un fremito nell’erbe a poco a poco
Pare infinito a sorte ricongiunga
Lunare allora inavvertita nacque
Eco, e si fuse al brivido dell’acque.
Non so chi fu più vivo,
il sussurrio sino all’ebbro rivo
o l’attenta che tenera si tacque.
Ora il vento s’è fatto silenzioso
E silenzioso il mare;
Tutto tace; ma grido
Il grido, sola, del mio cuore,
grido d’amore, grido di vergogna
del mio cuore che brucia
da quando ti mirai e m’hai guardata
e più non sono che un oggetto debole.
Grido e brucia il mio cuore senza pace
Da quando più non sono
Se non cosa in rovina e abbandonata.
Dino Buzzati, Il deserto dei tartari
San Martino del Carso
San Martino Del Carso
(Giuseppe Ungaretti / Andrea Chimenti)
Di queste case
non è rimasto
che qualche brandello dimuro
Di tanti
che mi corrispondevano
non m’è rimasto
neppure tanto
Ma nel mio cuore
nessuna croce manca
E’ il mio cuore
il paese più straziato
Natale
Natale
(Giuseppe Ungaretti / Andrea Chimenti)
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Il compleanno
(Giuseppe Ungaretti / Andrea Chimenti)
Ogni anno, mentre scopro che Febbraio
È sensitivo, e, per pudore torbido,
con minuto fiorire, gialla irrompe
la mimosa. S’inquadra alla finestra
di quella mia dimora di una volta,
di questa dove passo gli anni vecchi.
Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
segno sarà che niuna cosa muore
se ne ritorna sempre l’apparenza?
O saprò finalmente che la morte
Regno non ha che sopra l’apparenza?
Applausi per Andrea e Francesco Chimenti
Bis
Dopo l’avventura coi Moda, Andrea Chimenti ha intrapreso la carriera solista esordendo con “La maschera del corvo nero e altre storie” (1992). Il Consorzio Produttori Indipendenti, ovvero il duo Maroccolo-Magnelli ha prodotto il suo secondo album “L’albero pazzo“, del 1996. Si tratta di un piccolo capolavoro, rilettura originale e matura della nostra migliore canzone d’autore, con inserti classicheggianti e suoni pop di respiro più moderno; un disco ancora oggi stupefacente per bellezza delle canzoni, raffinatezza dei testi e della interpretazione vocale, qualità degli arrangiamenti.
Si arriva così al punto più alto del lavoro artistico di Andrea Chimenti, lo spettacolo “Il porto sepolto“, dove il nostro si cimenta nell’interpretazione musicale dei più bei versi scritti dal poeta Giuseppe Ungaretti. Un estratto da questo spettacolo, suonato e composto insieme a Massimo Fantoni e Matteo Buzzanca, viene pubblicato su cd nel 2002.
Da allora la lunga gestazione che ha portato alla pubblicazione della nuova e attesa raccolta di canzoni di Chimenti, intitolata “Vietato morire“, anticipata dall’uscita di un cd dal vivo (“Concerto 1998“) con canzoni registrate durante la tournée de “L’albero pazzo”, disco di cui è uscita una ristampa nel 2007.
Nel 2010 è il turno di “Tempesta di Fiori“, nuovo lavoro discografico in studio.
fonte http://www.andreachimenti.com/biografia/
Recensione di Beppe Montresor
EDUCANDATO AGLI ANGELI. Sul palco Andrea e il figlio Francesco
Ungaretti e i Chimenti
Poesia che si fa musica
Reading concerto da «Il porto sepolto»: spettacolo tosto e colto senza risultare pesante per gli studenti
Qualche suo meno raffinato contemporaneo, anni fa, cantava che «non si esce vivi dagli anni Ottanta», alludendo a quella decade rimasta nella memoria collettiva come epoca di disimpegno, leggerezza nel senso di fatuità, trionfo dell’apparenza e dell’estetica sull’essenza e sull’etica. Sembra quasi strano, conseguentemente, che propri da quegli anni sia emerso un personaggio come Andrea Chimenti che, per la verità, dagli Ottanta (quando arrivò alla fama quasi di rockstar come leader dei Moda, band toscana di punta del «nuovo rock italiano») ha dimostrato in seguito di essere uscito assolutamente vivo, vegeto e in ottima salute mentale. Lo ha confermato all’Educandato Agli Angeli dove ha proposto, in due turni mattinieri a ragazzi di differenti classi, il suo reading-concerto centrato sulle poesie di Giuseppe Ungaretti da Il porto sepolto, che già nel 2002 Chimenti ha trasposto su un bellissimo cd. Nel teatro dell’Educandato, Andrea (voce cantante e recitante, e pianoforte) si è fatto accompagnare dal figlio Francesco, ottimo strumentista divisosi tra violoncello, chitarra, piano ed effetti elettronici (Francesco è cofondatore dei Sycamore Age, band molto interessante di polistrumentisti che partecipa anche al disco di Andrea, in uscita a marzo, tratto dal suo romanzo di debutto Yuri).
Ammiriamo moltissimo, anche per questo lavoro su Ungaretti, la scelta – e gli esiti interpretativi – di Andrea Chimenti: cantautore e artista coraggioso – perché Il porto sepolto è uno spettacolo «tosto», che non ha alcunché dell’intrattenimento consolatorio e facile – nonché consapevole, colto senza risultare pesante, al contrario evidentemente interessato alla comunicazione inclusiva anche quando, come in questo caso, l’argomento potrebbe apparire difficilmente accessibile ad un pubblico di teen-ager. Ma Chimenti ha il carisma, la voce e il gusto per tener incollata l’attenzione a canzoni e parole (accanto alle poesie di Ungaretti, anche recitati da Tol- stoi, Pascoli e Dino Buzzati) che trattano della caducità della vita, del difficile senso dell’esistenza, del letale trascorrere del tempo che sembra risolversi in un crudele e incomprensibile scherzo.
Lo spettacolo fa parte delle meritevoli iniziative curate dal professor Riccardo Mauroner, docente di storia e filosofia, che ha anche introdotto brevemente il lavoro di Chimenti.