AlteVie – Documentari sulle montagne al Cinema Stimate
|
L’Associazione Nazionale Alpini di Verona propone un ciclo di incontri culturali dal nome: “AlteVie: itinerari tra storia, valori e protagonisti delle nostre montagne“, un omaggio alle cime, ai nevai, alle rocce e ai loro abitanti. Le proiezioni si terranno al Cinema Teatro Stimate di Verona. La traccia dell’itinerario di Alte Vie sono i sentieri ad alta quota che collegano l’arco alpino da Est a Ovest, unendo luoghi e popolazioni tramite passaggi impervi e spettacolari, camminamenti “comuni”, vie di cresta che proprio gli Alpini contribuirono ad aprire durante la Prima Guerra Mondiale. A ritroso nella storia, e con lo sguardo rivolto al futuro, sulle AlteVie s’incontreranno storie di di fratellanza, solidarietà e condivisione. Valori condivisi dagli alpinisti e da quanti amano la montagna, e inscindibili dalla storia degli Alpini. La rassegna si avvale della collaborazione del Cai “Cesare Battisti” e del TrentoFilmFestival. Ingresso libero. Lunedì 11 Marzo alle ore 21.00 il Cinema Teatro Stimate di Verona offre la proiezione de “La montagna al femminile” di Jochen Müller, con Ingrid Runggaldier, dalla durata di 52 minuti; de “La Lince – Storia di un Ritorno” di Enrico Costanzo, dalla dura taid 11 minuti; de “L’Abbraccio del Silenzio” di Elio Orlandi, dalla durata di 20 minuti.
Lunedì 18 marzo alle ore 21.00 è il turno delle proiezioni di “Le divinità della Montagna” di Paolo Volponi, dalla durata di 52 minuti e de “La Voie Bonatti” Bruno Peyronnet, dalla durata di 54 minuti (con sottotitoli italiani). Il documentario è una storia di uomini e di stambecchi che incomincia sul pianoro del Nomenon, alla base della parete nord della Grivola, il cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il Parco forma con il confinante Parco francese della Vanoise, una delle aree protette più grandi e belle d’Europa. Eppure gli stambecchi non hanno sempre avuto vita facile su queste montagne: all’inizio dell’800 erano pressoché scomparsi ovunque sulle Alpi. Solo un centinaio di esemplari erano sopravvissuti alle fucilate proprio intorno alla Grivola. Da allora decenni di protezione hanno allontanato le minacce più incombenti come la caccia, il bracconaggio, l’espansione edilizia e l’invadenza dell’uomo. Gli animali hanno perso un po’ la loro diffidenza nei nostri confronti, tanto che oggi è facile osservarli impegnati nelle loro attività quotidiane, ricavandone una sensazione di intimità rara, unica, speciale. Quello del Parco del Gran Paradiso è ancora un mondo selvaggio, magnifico, eppure facilmente godibile, a due passi dalla nostra civiltà tecnologicamente avanzata.
|