Alessandro Baricco e Valeria Solarino raccontano Palamede
Teatro Romano di Verona
Domenica 12 giugno 2016
L’ultimo appuntamento del Festival della Bellezza al Teatro Romano ha visto in scena lo scrittore Alessandro Baricco e l’attrice Valeria Solarino con Palamede, l’eroe cancellato
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Applausi per Alessandro Baricco e Valeria Solarino
FESTIVAL DELLA BELLEZZA. Anche l’ultimo appuntamento della rassegna al Teatro Romano ha visto il tutto esaurito per lo spettacolo dedicato all’eroe «cancellato»
Baricco mattatore con la storia di Palamede
Maria Teresa Ferrari
Lo scrittore ha narrato la storia di uno dei grandi achei della guerra di Troia e del suo scontro con Odisseo «che ricorda quello tra la Chiesa e Galileo all’alba della modernità»
A salire sul “palco della Bellezza”, quello del Teatro Romano, è stato a chiusura del Festival della Bellezza, ideato e organizzato da Idem e promosso dal Comune, uno dei protagonisti del teatro di narrazione. Lo scrittore, ma anche critico musicale, sceneggiatore, regista, narratore teatrale, Alessandro Baricco, che fin dai tempi di Totem (1998) ha unito racconto e spettacolo. Baricco ha ridato vita a Palamede, l’eroe cancellato (musiche di Nicola Tescari e scenografia e luci di Nicola Tescari, produzione Elastica), il guerriero virtuoso di cui non vi è traccia nei poemi di Omero. Sebbene Eschilo, Sofocle ed Euripide lo avessero celebrato in teatro, le tragedie andarono perdute. E così la sua memoria è sopravvissuta in alcune testimonianze (di Filostrato, Apollodoro e Ditti Cretese), che Baricco, autore e regista dello spettacolo, ha tessuto assieme facendone un racconto a più voci di cui lui stesso è interprete. Baricco narratore ci racconta le gesta di uno dei maggiori eroi achei della guerra di Troia, muovendosi tra un’architettura di cristalli, trasparenti colonne di vetro che contrastano col nero della scenografia suggerendo l’immagine di un tempio greco. Palamede è una figura di grande dignità intellettuale ed etica. Integerrimo, colto, intelligente, bello. E antagonista di Ulisse, che invece è vile, astuto, fraudolento. All’eroe, oggi sconosciuto, sono state attribuite invenzioni importanti, come l’alfabeto, la scrittura, gli scacchi, che storicamente ebbero altre origini. Sempre lui aveva perfezionato tecniche belliche e inventato i “messaggi in codice”. Palamede fu condannato a morte sotto le mura di Troia, perché denunciato da Odisseo, invidioso della sua fama, di aver venduto i piani di guerra achei ai troiani. Alla radice dello scontro tra i due eroi – e la conseguente emarginazione della sua figura dalla grande tradizione mitologica – vi era il conflitto tra due élites intellettuali: da una parte Odisseo e il suo cantore Omero, dall’altra Palamede con Achille e i suoi. Uno scontro che assomiglia a quello fra Chiesa e Galileo – ricorda Baricco – all’alba della modernità. Ma anche a quello contemporaneo, fra tecnologia e tradizione. Siamo nel momento cruciale della narrazione, le colonne di vetro si infrangono al suolo: la verità si frantuma. Il grande eroe, vittima innocente del potere di allora, fu lapidato e il suo nome cancellato dalla memoria degli antichi. Nei pochi versi arrivati a noi, Euripide dice di lui «abbiamo ucciso l’usignolo delle muse, colui che non faceva male a nessuno». Ma prima di essere giustiziato, ecco avanzare al centro della scena, Valeria Solarino, bella e brava, fasciata da un magnifico costume rosso fuoco. Sarà lei a dare voce a Palamede nell’arringa difensiva, un testo che l’autore ha raccolto da un sofista del V sec. a.C., Gorgia da Lentini. I toni sono fermi, sicuri, in quest’apologia ricca di acrobazie dialettiche e di schegge di verità calpestate. «Nella morte la vita finisce, – ribadirà Palamede – ma nel disonore la vita muore». Applausi scroscianti – per Baricco, Solerino e, naturalmente, per Palamede – hanno chiuso in bellezza un festival di successo che ha fatto sempre tutto esaurito donando emozioni.
Alessandro Baricco
porta in scena Palamede
l’eroe «cancellato»
Romanziere, narratore teatrale, giornalista, saggista, critico musicale, sceneggiatore, regista, critico della cultura: originale, acuto, sagace, ironico, è tra i più brillanti ed eclettici artisti e intellettuali italiani. Arriva questa sera alle 21,30 sul palco del teatro Romano, ultimo appuntamento del Festival della Bellezza, Alessandro Baricco, con lo spettacolo «Palamede, l’eroe cancellato». Laureatosi in filosofia con Gianni Vattimo, già molto giovane collabora a Repubblica e La Stampa e pubblica i suoi primi libri, due saggi di argomento musicale: Il genio in fuga e L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin. Lavora anche in televisione: nel 1994 è ideatore e conduttore di Pickwick: in onda la domenica sera su Rai3, diventa subito un cult, programma di insuperato successo sulla letteratura. Gli anni ’90 sono quelli della grande affermazione internazionale come romanziere: fin dall’esordio con Castelli di rabbia, e poi Oceano mare, Seta, City, Senza sangue, Questa storia, Emmaus. Tra gli altri successi letterari il racconto Novecento; le raccolte di articoli Barnum e Una certa idea di mondo; il saggio I barbari, analisi sulla mutazione antropologica che stiamo vivendo. Si dedica anche al teatro e al cinema. Del 1998 è Totem, spettacolo di narrazione di opere letterarie, del 2014 le Palladium Lectures. Nel 2007 esce la trasposizione di Seta, di cui è sceneggiatore. Nel 2008 l’esordio alla regia con Lezione ventuno. Ha fondato e dirige una scuola – la Holden, a Torino – dove si studiano tecniche della narrazione con approccio multidisciplinare. Ultimi romanzi pubblicati: Mr Gwyn, Tre volte all’alba, Smith & Wesson, La Sposa giovane. Sullo spettacolo dedicato a Palamede, l’eroe cancellato, si legge: «Dieci anni a scrutare l’orizzonte, senza donne. Davanti a Troia, non solo mischie nella polvere e urto d’armi. A confondere il tempo, l’invenzione del gioco come strategia e fortuna. Il sapiente è inventore, degli scacchi e dei dadi offerti al tempio della sorte, prefigurazione nel mito della spietata economia della storia. Duello come scontro tra élite intellettuali. L’astuto che trasse Ulisse alle armi, ripagato con la massima malizia, eliminato con l’inganno, cancellato dalla memoria. “Di lui più furbo, ma più inutile a se stesso”. Potenza della simulazione, fragilità del vero, trionfo dell’apparenza sull’illusione di saggezza. “Prendo il lutto per la verità, che è morta prima di me”». Ideazione, scrittura, regia: Alessandro Baricco Attori: Alessandro Baricco, Valeria Solarino, Michele Di Mauro, Paolo Bonato Concept audio e musiche originali: Nicola Tescari Scenografia e luci: Roberto Tarasco Produzione: Elastica Platea.