VeronaAppuntamenti


Voci e luci in Lessinia: gli spettacoli accessibili alle carrozzine


per le persone disabili e il loro accompagnatore l’ingresso è gratuito. La cassa degli spettacoli apre un’ora prima dell’inizio nel luogo dove si svolge l’evento. Per informazioni contattare il numero 347 7137233

manifesto luci e voci della lessinia 2013Voci e Luci in Lessinia è realizzato da Comunità Montana della Lessinia e Parco Naturale Regionale della Lessinia con il sostegno dell’Assessorato all’Identità Veneta e Manifestazioni della Provincia di Verona, del Comune di Ala e della Cassa Rurale Bassa Vallagarina. La rassegna rientra in “Provincia in Festival 2013”, il progetto culturale di rete promosso dall’assessorato alla Cultura e Identità Veneta della Provincia di Verona nell’ambito di “RetEventi Cultura Veneto” il network tra istituzioni locali e operatori dello spettacolo della Regione del Veneto, nella provincia scaligera realizzato con la direzione artistica di Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona e il supporto organizzativo e promozionale della società Provincia di Verona Turismo.
Info: www.vocieluciinlessinia.it

Photo/Video Gallery Taiko Drummers

[learn_more caption=”Gli spettacoli accessibili della Rassegna”]

JOJI HIROTA, THE TAIKO DRUMMERS AND KYOSHINDO

Ex Cementificio – Tregnago
Domenica 30 giugno 2013 – Ore 21.15

In caso di maltempo il concerto si terrà
alle ore 21.15 nell’Auditorium dell’Ex Cementificio di Tregnago

Ingresso € 10 – Gratuito per disabile+accompagnatore

Nato a Hokkaido, la più settentrionale delle quattro maggiori isole dell’arcipelago giapponese, Joji Hirota è un compositore e multistrumentista conosciuto in tutto il mondo come virtuoso di flauto shakuhachi e come maestro di taiko, il tipico tamburo giapponese usato nella musica popolare e religiosa. Come direttore musicale della prestigiosa Lindsay Kemp Dance Company ha composto ed eseguito le musiche del pluripremiato spettacolo Onnagata. Il suo gruppo, Joji Hirota & The Taiko Drummers, è considerato una delle migliori formazioni nipponiche di musica tradizionale e contemporanea, con tournée in tutti i continenti. Ai suoi Taiko Drummers si uniranno per Voci e Luci in Lessinia i tamburi del KyoShinDo, il più importante gruppo italiano di taiko.
Un progetto di recupero archeologico industriale sta reinventando l’area dell’Ex Cementificio di Tregnago, in Valdillasi, trasformandola in un luogo che può accogliere proposte culturali e di spettacolo. Voci e Luci in Lessinia si apre nella piazza adiacente agli affascinanti ruderi sui quali svetta l’inconfondibile ciminiera. L’area, raggiungibile dalla circonvallazione di Tregnago, è munita di ampio parcheggio, di servizi igienici e priva di barriere architettoniche.

Debutto roboante per Voci e luci in Lessinia. Negli spazi di archeologia industriale dell’ex Cementificio di Tregnago, domenica 30 giugno (alle 21.15), l’Oriente incontra l’Occidente al ritmo dei tamburi giapponesi di Joji Hirota e del suo gruppo The Taiko Drummers.

Il festival musicale organizzato dall’agenzia di spettacolo Aìssa Maìssa e dall’associazione Film Festival della Lessinia, con la direzione artistica di Alessandro Anderloni, inizia il suo itinerario a tappe nei luoghi più suggestivi della montagna veronese, trentina e da quest’anno vicentina. A partire dalle atmosfere del Giappone in un concerto nel quale s’intrecciano musica, danza e ritualità per un cerimoniale dall’alta intensità emotiva. Sul palcoscenico, ai Taiko Drummers si uniscono i tamburi del KyoShinDo, il più importante gruppo italiano di “taiko”. Alle percussioni si aggiungono performance di flauto “shakuhachi” e canzoni tradizionali giapponesi arrangiate e cantate dallo stesso Hirota.

Nato a Hokkaido, nella più settentrionale delle quattro maggiori isole dell’arcipelago giapponese, Hirota è artista eclettico: vocalista, compositore di creazioni musicali per teatro e televisione, multi-strumentista noto in tutto il mondo come virtuoso del flauto “shakuhachi” e da quarant’anni maestro di “taiko”, il tamburo dalla storia millenaria utilizzato nella musica popolare e religiosa. Si avvicina giovanissimo alle percussioni e ne approfondisce lo studio alla Kyoto Arts University. Diventa direttore musicale del gruppo Stomu Yamash’ta al Red Budda Theatre e nel 1977 della Lindsay Kemp Dance Company, per la quale compone ed esegue le musiche dello spettacolo “Onnagata”, vincitore di numerosi riconoscimenti. Il primo album di Joji Hirota, “Sahasurara”, esce in Giappone nel 1976 per la Kings Records; incide il secondo album, “The wheel of fortune”, nel 1981. Nei primi anni Ottanta fonda il gruppo Joji Hirota & The Taiko Drummers: composto attualmente dieci musicisti, è considerato una delle migliori formazioni nipponiche di musica tradizionale e contemporanea. Con loro si è esibito in prestigiosi festival in tutta Europa oltre che in America, Australia, Nuova Zelenda, Korea, Sri Lanka. Nel 2007 hanno aperto il Live Earth al Wembley Stadium di Londra.

Biglietti (10 euro) in vendita sul luogo del concerto dalle 20.
Info: http://www.vocieluciinlessinia.it/

FRANCESCO BACCINI

Villa Arvedi (Grezzana)
Venerdì 19 luglio 2013 – Ore 21.00

In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 21.00 nel Teatro Valpantena di Grezzana

Ingresso € 10 Gratuito per disabile+accompagnatore

Ai piedi del dolce declivio del versante occidentale della Valpantena, la seicentesca Villa Arvedi è coronata da vigneti, da olivi e da un folto bosco di roveri e carpini.Si trova poco a sud del paese di Grezzana. Il concerto si terrà nel cortile dietro la villa, sotto la chiesetta barocca dedicata a San Carlo Borromeo, accessibile anche alle persone con ridotta mobilità. La villa è dotata di un ampio parcheggio per gli spettatori.
Un Tenco come non l’avete mai sentito: ironico, socialmente impegnato, intimista. Un cantautore dalle tinte forti, assai lontano dall’immagine in bianco e nero impressagli dopo la sua tragica morte. Il Tenco rock, co-autore del celebre Ciao ti dirò. Il Tenco romantico del successo internazionale Ho capito che ti amo. Il Tenco malinconico di Ciao amore ciao, l’ultimo brano, legato alla sua misteriosa morte al Festival di Sanremo del 1967. «Vi porto nel mondo sconosciuto di Luigi» scrive Francesco Baccini, autore del recital Baccini canta Tenco insieme con Marzio Angiolani e accompagnato dagli arrangiamenti e dalla “chitarra che sorride” di Armando Corsi, insieme con Luca Falomi (chitarre), Filippo Pedol (contrabbasso) e Federico Lagomarsino (percussioni). «Tenco non ha mai fatto una tournée», scrive ancora Baccini. «Negli anni Sessanta non si usava e lui dopo non ne ha avuto il tempo. Mi è sempre sembrata un’ingiustizia. Anche per questo ho deciso di cantarlo.»

RADIODERVISH

Bosco de La Regina (Sega di Ala)
Sabato 20 luglio 2013 – ore 15.00

In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 16.00 nel Teatro Sartori di Ala
Ingresso libero

Il Mediterraneo può separare o unire. Per il cantante palestinese Nabil Salameh e il chitarrista pugliese Michele Lobaccaro questo mare è stato il luogo di incontro e l’inizio di un sodalizio musicale che ha oltrepassato frontiere, lingue e culture. Le loro storie musicali hanno versi in arabo, inglese, italiano, spagnolo e francese e si ispirano ai testi persiani del XII secolo, come ai versi del Cantico dei Cantici, alle storie arabe e alle sonorità tradizionali pugliesi. Insieme con il pianista Alessandro Pipino, i Radiodervish propongono nell’auditorium di faggi de La Regina i nuovi brani del loro ultimo disco, Human. A rispecchiare i cambiamenti delle nostre vite, lo stile da intimo e caldo esplode in improvvise cavalcate ritmiche. L’universo sonoro delle chitarre e degli strumenti etnici mediterranei dialoga con gli inserti meditativi dell’elettronica. Una pluralità di suoni, di lingue, di luoghi, di etnie, di culture. Una Babilonia dell’anima.
La Regina troneggia tra i faggi secolari del piccolo bosco sui pascoli di Sega di Ala. Il luogo del concerto è raggiungibile solo a piedi da Passo Fittanze, scendendo la così detta Strada dei Ladri, o da Sega di Ala, percorrendo la carrareccia che sale verso Malga Maia. La strada sarà interdetta ai mezzi a motore fin dal mattino. Alle persone con ridotta mobilità sarà consentito salire in automobile fino ai margini del bosco.

TANGERI CAFÈ ORCHESTRA JAMAL OUASSINI GAIA SCUDERI

Villa Della Torre (Fumane)
Venerdì 26 luglio 2013 – ore 21.00

In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 21.00 nel Centro Appassimento Terre di Fumane (Via Vajo – Fumane)

Ingresso € 10 Gratuito per disabile+accompagnatore

L’atmosfera urbana di Tangeri ha ispirato l’orchestra che il violinista Jamal Ouassini ha fondato nel 2005, dandole il nome del locale che fu mitico luogo ritrovo di musicisti negli anni Settanta. È nella città marocchina di case bianche, crocevia tra Africa ed Europa, tra Oceano e Mediterraneo, che Jamal Ouassini ha compiuto i suoi primi studi di musica arabo-andalusa e che anni dopo è tornato per riunire musicisti marocchini, spagnoli e italiani e percorrere con loro un viaggio che guarda al di là dei mari. Nel suggestivo parco di Villa della Torre, alla Tangeri Cafè Orchestra si accompagna il “flamenco arabo” di Gaia Scuderi. La fusione della danza araba con il flamenco diventa, nel personalissimo stile di questa artista, fusione di mondi e di culture. Musica e danza abbattono i confini e le frontiere, così si può ballare e cantare su un tappeto di mille suoni e di mille lingue nel segno dell’incontro tra l’Africa e l’Europa.
Gioiello del Cinquecento Italiano, Villa della Torre, con l’elegante Peristilio, gli impressionanti Mascheroni, il raffinato Bucintoro, vede tra i nomi che ne definirono il progetto Giulio Romano e Michele Sanmicheli. È oggi proprietà dell’azienda agricola Allegrini, cantina tra i leader mondiali dell’Amarone. La Villa si raggiunge dal centro di Fumane, è dotata di parcheggio e accessibile anche alle persone con ridotta mobilità.

JUANJO MOSALINI, ADRIÀN FIORAMONTI, RUBÉN PELONI

Contrada Valle (Velo Veronese)
Sabato 3 agosto 2013 – Ore 17.00

In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 18.00 nella Sala dei Centomila di Velo Veronese
Ingresso € 10 Gratuito per disabile+accompagnatore

Tra(d)icional ovvero traición a la tradición, tradimento della tradizione. Così hanno intitolato il loro ultimo album gli argentini Juanjo Mosalini (bandoneon) e Carlos Adriàn Fioramonti (chitarra). Il loro tango attinge dalla tradizione ma non fa orecchie da mercante alla modernità, senza timore di confrontarsi con elementi jazz e rock. Nato e cresciuto musicalmente a Buenos Aires, Juanjo Mosalini, figlio del leggendario bandoneoista Juan José Mosalini, è figura prominente delle avanguardie musicali argentine in Europa. Carlos Adriàn Fioramonti è tra i compositori che più hanno sperimentato la contaminazione della musica argentina, senza tradire la tradizione tangueradella sua Santa Fe da dove arriva anche il cantante Rubén Peloni, ospite speciale del concerto. Voce, chitarra e bandoneon ci portano ai tanghi tradizionali ballati nei vicoli di Buenos Aires, alle travolgenti milonghe, al tango nuevo di Astor Piazzolla fino alle nuove composizioni.
Con un progetto di recupero firmato da Paolo Portoghesi, la Comunità Montana della Lessinia ha reinventato la Contrada Valle di Velo Veronese, destinata a diventare un centro studi e un nuovo spazio per la cultura. La si raggiunge solo a piedi in dieci minuti, lasciando l’automobile a Camposilvano, salendo verso Conca dei Pàrpari e imboccando poi la ripida stradina tra i faggi. Alle persone con ridotta mobilità sarà consentito arrivare in automobile fino alla contrada.

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La Traviata all’Arena di Verona


  • La Traviata di giuseppe Verdi prima all'Arena di VeronaLa Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario areniano
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  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario areniano
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario areniano
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoDopo il fortunato debutto di Rigoletto, Giuseppe Verdi inizia a lavorare su due nuove opere: Il Trovatore per il Teatro Apollo di Roma e un'altra opera per il Teatro La Fenice di Venezia. La composizione di questa seconda opera è più travagliata, in quanto Verdi non riesce a sceglierne il soggetto. L'ispirazione arriva assistendo alla prima recita parigina della pièce teatrale La dame aux camélias tratta dal romanzo di Dumas figlio, scritto nel 1848, fortemente autobiografico e dal contenuto altamente scandalistico. Giuseppe Verdi affida la stesura del libretto a Francesco Maria Piave che in appena cinque giorni scrive lo scenario di Traviata riproducendo sostanzialmente il piano drammatico del romanzo e dividendo l'opera in tre atti rispetto ai cinque della pièce. L'idea di musicare un dramma molto discusso a quell'epoca è un'impresa quantomeno audace e dimostra il grande coraggio di Giuseppe Verdi: la protagonista del romanzo, Margherite Gautier infatti è realmente esistita. L'opera di Verdi segue fedelmente il testo di Dumas e soprattutto lo spirito del dramma dello scrittore francese, ma i nomi dei personaggi vengono cambiati per ragioni di prudenza. La censura veneziana, particolarmente tollerante nei confronti del compositore cambia il titolo proposto da Verdi da Amore e morte in Traviata e antepone la vicenda al XVIII secolo, per cercare di annullare l'effetto troppo realistico alimentato dalla scabrosità del soggetto. Alcuni spettatori dell'alta società, infatti avrebbero potuto riconoscersi nei protagonisti della finzione scenica. Eliminando però l'effetto provocante, al pubblico non rimane altro che ammirare un normale cliché melodrammatico. Per la prima volta Verdi utilizza una tecnica narrativa insolita per il melodramma dell'epoca, applicata però alla sola musica e senza l'ausilio delle parole. In termini moderni si può parlare di flashback. L'ascoltatore viene condotto per mano in questo viaggio a ritroso nel tempo, durante le feste parigine, in una situazione di euforica allegria che contrasta con l'immagine di Violetta che giace ammalata nel suo letto. Il tema stesso della tisi, malattia romantica di moda, che affligge Violetta, ispira a Verdi le più alte pagine musicali. Dopo le difficoltà iniziali l'opera va finalmente in scena al Teatro La Fenice, il 6 marzo 1853. Purtroppo alla sua prima rappresentazione Traviata è un insuccesso: i cantanti sono fisicamente inadatti alle parti e a questo bisogna aggiungere lo scarso impegno di alcuni di loro. L'anno seguente Verdi modifica, anche se di poco, la partitura per adattarla ai nuovi cantanti e il 6 maggio 1854 l'opera viene rappresentata al Teatro San Benedetto di Venezia ottenendo finalmente il meritato successo.
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoLa Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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  • 20130622 P1280281La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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  • 20130622 P1280291La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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  • 20130622 P1280308La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoLa Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
  • 20130622 P1280312La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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  • 20130622 P1280333La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
  • 20130622 P1280337La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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  • 20130622 P1280359La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
  • 20130622 P1280371La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
  • 20130622 P1280375La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
  • 20130622 P1280392La Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
  • La Traviata, prima all'Arena di Verona, Festival del centenario arenianoLa Traviata 22 Giugno 2013 - ore 21:15 - Arena Melodramma in 3 atti di Giuseppe Verdi Libretto di Francesco Maria Piave Direttore d'orchestra Andrea Battistoni Regia, scene, costumi e luci Hugo De Ana Coreografia Leda Lojodice INTERPRETI Violetta Valery Lana Kos Alfredo Germont John Osborn Giorgio Germont Roberto Frontali Flora Bervoix Sanya Anastasia Annina Teona Dvali Gastone Carlo Bosi Barone Douphol Nicolo' Ceriani Marchese d'Obigny Paolo Maria Orecchia Dottor Grenvil Gianluca Breda Giuseppe Antonio Feltracco Domestico/Commissionario Andrea Cortese
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Creatività e arte sui ponti di Verona


Prenderà il via domenica l’iniziativa “Creatività – arte – sociale sui ponti”, organizzata dall’associazione Eurodonne Italia con il patrocinio del Comune di Verona. In esposizione, sul ponte di Castelvecchio e sul ponte Pietra, oggetti di artigianato, dipinti, quadri, borse realizzate a mano, composizioni floreali, bijoux, oggetti smaltati, giocattoli in legno e molto altro. Il ricavato servirà a finanziare un corso di formazione, rivolto ad operatori e volontari, organizzato dal Consultorio Verona Nord e dall’associazione Eurodonne Italia con l’intento di accrescere la consapevolezza degli effetti della violenza intrafamiliare, potenziare i servizi di protezione, accoglienza ed assistenza per le donne vittime di violenza, incrementare le strategie a contrasto della violenza di genere e dello stalking, promuovere azioni di risocializzazione degli autori di violenza. Le bancarelle si potranno trovare domenica 30 giugno sul ponte di Castelvecchio dalle 9.30 alle 18.30. Nello stesso orario il mercatino sarà presente domenica 21 luglio e domenica 29 settembre sul ponte Pietra e domenica 13 ottobre di nuovo sul ponte di Castelvecchio.


Giovedì Via Marconi in festa


Giovedì, a partire dalle 18, si terrà la seconda edizione estiva dell’iniziativa «Via Marconi in festa», promossa dall’associazione «Uniti per via Marconi» in collaborazione con l’assessorato alle Attività economiche del Comune.    Dalle 18 fino alle mezzanotte i negozi di via Marconi resteranno aperti, con aperitivi e degustazioni gratuiti, musica dal vivo e animazione per famiglie e bambini. Per l’occasione, dalle 20 alle 22, il nuovo Teatro Ristori sarà aperto e visitabile al pubblico. Inoltre, lungo la via saranno allestiti schermi all’aperto dove sarà possibile seguire la partita dell’Italia. Giovedì, a partire dalle 18, si terrà la seconda edizione estiva dell’iniziativa «Via Marconi in festa», promossa dall’associazione «Uniti per via Marconi» in collaborazione con l’assessorato alle Attività economiche del Comune.

Dalle 18 fino alle mezzanotte i negozi di via Marconi resteranno aperti, con aperitivi e degustazioni gratuiti, musica dal vivo e animazione per famiglie e bambini. Per l’occasione, dalle 20 alle 22, il nuovo Teatro Ristori sarà aperto e visitabile al pubblico. Inoltre, lungo la via saranno allestiti schermi all’aperto dove sarà possibile seguire la partita dell’Italia.  Continue Reading


Domenica mattina con Pupi Avati


Incontro con Pupi Avati


Domenica 23 giugno 2013 alle ore 11.30 alla libreria la Feltrinelli (via Quattro Spade 2 – Verona), incontro con il regista Pupi Avati, in occasione dell’uscita della sua autobiografia dal titolo La grande invenzione edito da Rizzoli.

Video dell’incontro

Ritratto di mio padre Pupi Avati Foto interviste 14

Dal fascismo ai giorni nostri, tra la via Emilia e Hollywood, una travolgente saga familiare e personale nella prima autobiografia di un regista molto amato dal pubblico italiano.

L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Verona Film Festival, e presentata da Paolo Romano – direttore di Verona Film Festival – , sarà anche un’occasione, per il pubblico veronese, per conversare insieme al regista su temi legati al mondo del cinema.