La mostra fotografica, dopo essere stata allestita a Como, Milano e Uggiate Trevano (CO), viene ospitata a Verona al Ma-Museo africano, dei Missionari comboniani, dal 20 aprile al al 20 ottobre 2013. Continue Reading →
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica "Diritto alla Vita e Reddito di Base – Segnali dalla Namibia, Immagini di un'utopia concreta", rappresenta la testimonianza per immagini di alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero - Omitara (Namibia).
Perché particolari? Perché in questa piccola comunità ai bordi della savana namibiana è stata sperimentata una misura di lotta alla povertà, il cui principio si fonda sull'emancipazione dell'essere umano attraverso la sua responsabilizzazione e promozione. Dignità ed eguaglianza come motori di responsabilità personale e collettiva.
Per due anni, tutti i mesi, ogni cittadino namibiano di questa provincia (più di un migliaio di persone) ha ricevuto 100$ namibiani come diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. Una partecipazione diretta alla ricchezza prodotta dalla nazione. I soldi delle persone al di sopra di una certa soglia di reddito vengono recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo e, molti altri fondi per finanziare una misura di questo tipo potrebbero arrivare dalle royalties sui beni comuni non durevoli (risorse minerarie, idrocarburi e foreste).
Nell'arco di due anni di sperimentazione, il tasso di scolarità provinciale ha raggiunto il 100% delle frequenze, il tasso di occupazione è cresciuto più del 15 %, le condizioni igienico-sanitarie e gli accessi poli-ambulatoriali di base sono migliorati esponenzialmente. Tra i numerosi risultati positivi, anche i legami comunitari e di cittadinanza si sono ramificati e rafforzati. Dal 2009 al 2012 la coalizione di forze della società civile, promotrice del progetto, ha continuato a corrispondere la misura ai cittadini che ne avevano beneficiato. Tuttavia, dopo il cambio di governo in Namibia, anche le promesse istituzionali per l'estensione a livello nazionale del Reddito di Base sono state dimenticate, nonostante i risultati siano stati molto positivi, sia in termini sociali che di sostenibilità economica.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi (in Occidente) da questa esperienza, alla luce dell'attuale crisi economica e dei sistemi di welfare state?
Per una dettagliata visione dei rapporti di ricerca e dei risultati socio-economici di questa sperimentazione di Reddito di Base o avere ulteriori informazioni, scrivere a simonemichelangelo.muzzioli@univr.it o visitare il sito (in inglese) www.bignam.org.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni (8.15-23.45) tutti i giorni dal 4 al 29 aprile.
La mostra fotografica Reddito di Base e Diritto alla Vita – Segnali dalla Namibia, Immagini di un’utopia concreta, rappresenta la testimonianza della sperimentazione biennale di un reddito di base universale ed incondizionato e fotografa alcuni particolari attimi di vita della comunità Otjivero – Omitara (Namibia).
Per due anni, ogni mese, ogni cittadino namibiano di questa provincia ha ricevuto 80$ namibiani (meno di 7 euro) come suo diritto di cittadinanza, senza riguardo al suo status economico, nessun test dei mezzi o altre condizioni. I soldi delle persone al di sopra di una soglia di reddito sono stati recuperati attraverso un sistema fiscale progressivo.
Nonostante questa misura di protezione sociale universale ed incondizionata sia stata implementata in un paese in via di sviluppo, la questione fondamentale che ci dobbiamo porre è: Cosa possiamo imparare noi da questa esperienza, alla luce dell’attuale crisi economica e del welfare state?
La mostra è stata promossa dal Dottorato di Ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale del 27° ciclo.
La mostra sarà inaugurata il 4 Aprile alle ore 17.30, con una breve presentazione del progetto e dei suoi esiti; e rimarrà visibile dal 4 Aprile al 29 Aprile. (Biblioteca Frinzi – secondo piano – vedi scheda accessibilità) Continue Reading →
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Museo Civico di Storia Naturale di Verona
Mostra UncontainableArt - Visioni digitali di Matthew Watkins
…attraverso la tecnologia le dita diventano il pennello dell’artista e si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Torna, dal 15 gennaio al 30 aprile 2013 al Cinema Kappadue di via Rosmini, la rassegna
I Martedì del Festival
organizzata dal Comune di Verona –Verona Film Festival, con il contributo del Ministero per i Beni Culturali. Proiezioni il martedì sera alle ore 21.00 (salvo diversa indicazione)
Il cinema Kappadue è accessibile per chi si muove in carrozzina, con scivolo in una delle 3 porte d’entrata (abbastanza ripido e porte non automatiche), quindi meglio andare con un amico/a.
Alla richiesta di informazioni sul costo del biglietto disabile + accompagnatore ricevo questa risposta:
potrete accedere alle proiezioni con un biglietto omaggio e un ridotto (Euro 4,00 o euro 3,50 per over anni 60.00).
Arrivati alla tredicesima edizione, I martedì del Festival intendono rilanciare la magia del cinema attraverso un itinerario in 16 tappe, che comprende anteprime d’eccezione (Après mai, Anna Karenina),film restaurati (i due imperdibili Soldato blue Puzzle of a Downfall Child, usciti entrambi nel 1970), omaggi a grandi registi italiani(Liliana Cavani, Carlo Lizzani e Luchino Visconti) e pellicole di grande interesseignorate dalla distribuzione commerciale (Un amore di gioventù, The-Five-Year Engagement). Continue Reading →